Le criticità Basson sono figlie della miopia della politica Portare i servizi necessari attraverso una politica urbanistica oculata

Pubblicato da il 20 Marzo 2020

Il Basson non è un quartiere abbandonato a causa del destino cinico e baro, e le soluzioni a tale abbandono non si costruiscono da un giorno all’altro.

Con la Variante 23 al Piano degli Interventi anche l’amministrazione Sboarina ha intanto sprecato l’ennesima occasione per rimediare agli errori del passato che hanno prodotto, in giro per la città, la crescita disordinata non solo di zone residenziali spurie come questa, ma anche di zone commerciali o produttive-logistiche prive dei necessari servizi minimi indispensabili, a cominciare dalla viabilità.

Come Ponzio Pilato anche Sboarina ha permesso che si continuasse a costruire al Basson ma si è ben guardato dal prevedere un adeguato potenziamento dei servizi, a cominciare dal trasporto pubblico. A distanza di mesi non siamo ancora riusciti ad ottenere da Atv una corsa bis alla linea 33 delle 7.05 del mattino dove gli studenti viaggiano stipati. Inoltre nel quartiere continuano a mancare spazi per una sala civica o un ambulatorio.

Trattato come territorio di “risulta” per iniziative edilizie estemporanee, il problema del Basson, allo stato, è che è troppo piccolo per attirare attività commerciali e troppo grande perché le sue criticità possano essere ignorate. Anche servizi protetti come le farmacie fanno fatica a stare sul mercato.

Chiediamo che ci sia una politica urbanistica adeguata ad incentivare l’insediamento dei servizi mancanti e che il Comune dia il buon esempio investendo in prima persona su un territorio che finora è stato trascurato e abbandonato.

Riccardo Oliveri, consigliere Pd Terza Circoscrizione