Grezzanella: il fallimento delle pretese autonomiste leghiste. L’impegno del Partito Democratico

Pubblicato da il 4 Novembre 2019

 

Il Sindaco di Villafranca Roberto Dell’Oca e l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Elisa De Berti dicono che dopo 30 anni di attesa, solo una firma – quella del Presidente del Consiglio al Decreto per la Revisione delle reti stradali di interesse nazionale e regionale – ci separa dall’appaltare la variante alla Strada Regionale 62 – Grezzanella.

Non è proprio così. Infatti, dopo la firma, l’opera va inserita nelle pianificazioni ANAS che saranno redatte anche sulla base delle priorità che conferirà la Regione Veneto. Il processo, quindi, è stato solo avviato. Il Partito Democratico farà la sua parte, impegnandosi affinché siano reperite le risorse necessarie.

Il primo atto concernente la “liberazione di Villafranca e Povegliano dal traffico di attraversamento” è la prova del fallimento delle pretese autonomiste della Lega e del centrodestra veneti. A circa vent’anni dalla “devoluzione” dei primi anni Duemila che vide trasferire alle Regioni, dietro una forte spinta autonomista, migliaia di chilometri di strade ex statali, dopo un nulla di fatto, senza vergogna ora fanno marcia indietro

Resta solo la propaganda.

A ritornare sotto la responsabilità di Anas, quindi dello Stato, sono infatti ben 725 chilometri di strade, la gran parte di quelle ricevute tra il 1998 e il 2001 (allo Stato era rimasta praticamente solo la SS434 e la SS12).

Il trasferimento comprende le varianti mai realizzate in anni di chiacchiere leghiste: la variante alla SR 62 (Grezzanella) e la variante alla SR10 di Legnago, oltre alla variante alla SS12 di Isola della Scala, quella alla SR11 da Peschiera a Castelnuovo e le uscite della superstrada 434 Traspolesana rispetto alle quali la Regione non è stata in grado neanche di provvedere alla manutenzione. Tocca ora allo Stato assicurare al territorio veneto la manutenzione e lo sviluppo delle infrastrutture che la Regione non ha saputo garantire.

Comprendere bene questo punto è essenziale per capire il giochino propagandistico della Lega e per evitare nel prossimo futuro ulteriori lungaggini e ritardi:

Il piano “Rientro strade”, comprensivo sia delle strade sia delle risorse messe a disposizioni dalle Regioni, fu predisposto verso la fine del 2016 dall’allora Ministro alle Infrastrutture del Governo di centrosinistra Graziano Delrio con il preciso obiettivo riportare le strade allo Stato al fine di garantire la manutenzione, lo sviluppo e la continuità territoriale agli itinerari interregionali.

L’iter ufficiale è iniziato nel giugno del 2017, ma nell’agosto dello stesso anno, nell’ambito dell’intesa sancita dalla Conferenza Unificata Stato – Regioni per la revisione delle reti, il Veneto non era rappresentato. Tale assenza ha pesato negativamente in quanto ci ha escluso dalla ripartizione del primo miliardo di investimento stanziato tramite Anas nel 2018.

Le strade del Veneto e di altre Regioni sono state dunque riprese solo in un momento successivo. Ragion per cui il Parlamento ha fornito il suo parere (positivo) soltanto a luglio. Ma la procedura si è poi arenata nuovamente a seguito della crisi di governo fatta scoppiare dalla Lega. Ci ritroviamo così a novembre 2019 ad attendere la firma del decreto conclusivo da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Visto che il Piano di Delrio era conosciuto dal 2017 almeno, la Regione Veneto ha stanziato le risorse necessarie per le strade che adesso restituisce e che devono essere parimenti trasferite ad ANAS? E’ assolutamente necessario sapere se ci siano presenti stanziamenti sulla variante in questione, ma temiamo che la Lega abbia fermato ogni investimento in vista del trasferimento delle strade ad Anas. Una vera beffa rispetto alle promesse che anche in questi ultimi tre anni sono state fatte.

Dopo il loro fallimento, tocca a noi. Il Partito Democratico presenterà in Consiglio regionale la proposta di conferire alla variante alla SR62 la massima priorità in modo tale da poter essere assunta da ANAS ed agirà in Parlamento per i successivi finanziamenti.

Sgombrata la propaganda leghista, resta da capire anche che fine farà Veneto Strade di fronte questa trasformazione. Fondata nel 2011 il suo compito era proprio quello di gestire le strade trasferite dallo Stato alla Regione.