Ombre sul sistema veneto degli affidi: quali verifiche sono state svolte? Interrogazione
Con una interrogazione presentata dalla consigliera regionale Anna Maria Bigon e sottoscritta dall’intero gruppo consiliare regionale, il Partito Democratico chiede alla Giunta Regionale del Veneto di svolgere le opportune verifiche in merito alla testimonianza anonima di una persona qualificata come un’ex dirigente dell’Ulss 9 di Verona, apparsa sotto forma di intervista sul quotidiano L’Arena il 18 agosto scorso, la quale getta una serie di ombre, anche molto pesanti, sul sistema veneto degli affidi di minori.
Si parla infatti di aleatorietà dei criteri con cui vengono prima valutati e poi motivati i casi in cui si rende necessario l’allontanamento dei figli dai genitori; di gravi e inaccettabili carenze di informazione ai soggetti interessati da tali procedimenti, con bambini prelevati fuori da casa o all’uscita da scuola dalla forza pubblica senza che i genitori ne sappiano nulla; di una sorta di strapotere dei consulenti accreditati dai Tribunali. Con specifico riferimento al Tribunale di Verona, si parla inoltre di una preoccupante mancanza di uniformità di valutazione rispetto ad altri Tribunali.
“Il sistema veneto dei servizi sociali ha formato negli anni una fondamentale e positiva rete di famiglie affidataria” annota la consigliera Anna Maria Bigon. “Queste ombre rischiano di minare la credibilità di quanti si prodigano, molto spesso con scarsità di risorse, soprattutto di personale, per trovare una soluzione a carenze educative e a difficoltà famigliari che possono compromettere il futuro di tanti bambini. E’ pertanto necessario che le criticità emerse dall’intervista anonima siano sottoposte ad una scrupolosa verifica anche da parte dell’istituzione regionale. Chiediamo pertanto all’Assessore regionale alla Sanità e al Sociale quali azioni intenda intraprendere per verificare l’attendibilità di tali dichiarazioni anonime a tutela di minori, famiglie, e dell’istituto stesso dell’affido il quale rappresenta uno strumento fondamentale e irrinunciabile per preservare il futuro dei bambini che vivono in contesti famigliari problematici”.