Nella “Grande Verona” di Sboarina poco spazio ai problemi dei veronesi

Pubblicato da il 20 Dicembre 2018 0 Commenti

La “grandeur” sboariniana si scontra purtroppo con la realtà di una città alle prese con problematiche molto più terra a terra. Un esempio su tutti: la ripartenza in sordina dei cantieri del filobus che sta spiazzando molti cittadini di San Michele e di Borgo Roma i quali temono di vedere mettere sottosopra strade, marciapiedi e piste ciclabili senza sapere se e quando verranno ripristinate.

Il Central Park allo Scalo merci è una ipotesi di lavoro molto suggestiva che tutti sottoscriviamo, ma non può essere l’unico fronte aperto sotto il profilo della dotazione di nuovo verde pubblico.
Verona Sud ha bisogno di interventi di mitigazione del traffico subito, non fra altri dieci anni, considerando che sul ribaltamento del casello autostradale e sulla variante alle statale 12 non risultano novità sostanziali.

L’impressione, dunque, è di essere di fronte ad una amministrazione che ha ripreso la manutenzione delle strade, ma che non ha idea di come realizzare quella città viva, “policentrica” ed equilibrata dipinta nel programma di mandato del Sindaco.

Le dichiarazioni del Sindaco rilanciano, purtroppo, il vecchio vizio di strumentalizzare le opere pubbliche: ieri il traforo era la scusa per non occuparsi di Corso Milano mentre oggi è diventato l’alibi per non preoccuparsi delle criticità indotte dal filobus su via Mameli. Come Pd abbiamo ribadito di non essere contrari ad una galleria urbana, ma prima di imbarcarsi in un altro progetto costoso, logorante e divisivo debbono essere attuate tutte le misure di mitigazione del traffico nella zona del teatro romano, compresa l’ipotesi dell’alleggerimento del carico urbanistico rappresentato dai poli scolastici presenti nell’area.

Ci auguriamo che sulla Casa di Giulietta e sulla Marangona gli impegni giungano finalmente in porto ma, specialmente sullo sviluppo della Marangona, l’ultima area di sviluppo rimasta, l’amministrazione sta perdendo troppo tempo.

Comprendiamo la necessità del Sindaco di rischiarare con un fuoco d’artificio la sua pallida amministrazione, ma del nuovo stadio, i cittadini dello Stadio, non sentono alcuna necessità, anzi, è un’ipotesi che temono perché porterebbe ulteriore traffico. Infine sulla candidatura di Verona a Capitale della Cultura 2021 consigliamo il Sindaco di rivolgersi al governo “amico” che non ha ancora bandito questo concorso tanto apprezzato.

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani

Il segretario cittadino Pd Verona
Luigi Ugoli