Dissequestro Superbeton: siamo stati facili profeti, ora si lavori sulla nuova normativa sugli odori 

Pubblicato da il 10 Luglio 2018 0 Commenti

Siamo stati facili profeti nel sollevare dubbi sulla durata del sequestro di Superbeton, per il semplice fatto che la materia è troppo complessa per essere tagliata con un formalismo o uno slogan. Occorre necessariamente contemperare le ragioni di una attività che dispone delle autorizzazioni necessarie con i diritti alla salute e alla vivibilità di centri abitati sempre più vicini ai siti produttivi a causa dell’espansione urbanistica.
Infatti da quanto si apprende, la sentenza di dissequestro evidenzia come il controllo sulle emissioni odorigene dell’impianto pare non sia basato su criteri localizzativi in funzione della presenza di ricettori sensibili nell’intorno dello stabilimento o su criteri e procedure volti a definire, nell’ambito del procedimento autorizzativo, le concentrazioni massime delle fonti di emissione odorigena dello stabilimento.

In questo compito ci possono venire incontro le modifiche al Codice Ambientale del governo Gentiloni che all’articolo 272-bis introducono la possibilità di fissare limiti quantitativi oltre che qualitativi all’inquinamento odorigeno. Molte Regioni a partire da Lombardia ed Emilia Romagna si erano già attivate per regolare nel dettaglio questo aspetto, la Regione Veneto no! Non essendo la normativa retroattiva e mancando, purtroppo, la regolazione da parte della Regione Veneto, occorre contare sul buon senso di tutte le parti per arrivare con la Provincia ad un tavolo di concertazione con azienda e cittadini che, a partire da una valutazione del campo di applicabilità della nuova normativa, arrivi a stabilire dei limiti alle emissioni di odori prescrivendo i necessari adeguamenti strutturali allo stabilimento.

E’ quindi necessario che il provvedimento autorizzativo rilasciato all’azienda sia implementato prevedendo sistemi di abbattimento degli odori applicando ulteriori sistemi di contenimento delle fumane odorigene, verificando la possibilità di modificare il processo produttivo o utilizzando per esempio additivi che permettono di risolvere questo tipo di problemi. Inoltre per ovviare alle continue e giuste lamentele della popolazione è necessario che gli Enti competenti avviino un costante piano di monitoraggio dell’aria nella zona, definito sulla base di dati scientifici di prevenzione sanitaria, e venga rilasciata una periodica dichiarazione attestante che l’ambiente della zona è idoneo alla convivenza all’uso industriale e residenziale.
In sostanza i controlli sulle fonti di inquinamento, questa potrebbe essere la strada per una migliore coesistenza.

Carlo Beghini, capogruppo Pd in Consiglio dell’Ottava Circoscrizione