Banche, l’ennesimo disinformatore
Jerry Calà, attore veronese, pur di strombazzare il suo sostegno al Governo utilizza il tema dei fallimenti bancari come il miglior populista affascinatore.
Il sostengo è legittimo, ma è altrettanto legittimo pretendere che un influente opinion leader, per la fetta di italiani che lo segue, ovviamente, tra i quali non ci sono e questo fatto mi conferma nella mia scelta di preferenza, che si informi prima di parlare.
Avrebbe letto che il Parlamento italiano ha costituito una Commissione parlamentare che ha analizzato tutto, anche le colpe di coloro che Jerry Calà difende: quel potere locale veneto che attorniava euforicamente e supinamente le due banche venete mentre queste crollavano e truffavano i loro clienti.
Avrebbe saputo anche che a causa di quei comportamenti, l’Italia ha speso oltre 10 miliardi di euro.
Infatti, premesso che le operazioni di salvataggio di banche in difficoltà si svolge sempre sulla base di alcuni princìpi di una specifica direttiva comunitaria su risanamento e risoluzioni degli istituti, in Italia si sono avuti i seguenti casi:
1. Banca Marche, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e CariChieti
Per non farle chiudere a causa dei crediti in default, per Banca Marche, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e CariChieti è stato creato un Fondo di risoluzione alimentato dalle altre banche italiane. La liquidità necessaria per l’immediata operatività del fondo è stata anticipata dalle tre banche più grandi, Banca Intesa Sanpaolo, Unicredit e UBI Banca. In tutto l’operazione di salvataggio è costata circa 4 miliardi. Lo Stato non ha speso un euro.
2. Monte Paschi di Siena
La ricapitalizzazione precauzionale del Monte dei Paschi di Siena è costata circa 10 miliardi di euro. Lo Stato ha garantito 5,4 miliardi ed il contributo dei privati, cioè azionisti e obbligazionisti subordinati, è stato di 4,3 miliardi. Lo Stato, che a questo punto è socio importante, rientrerà nel tempo del capitale investito sulla base degli utili che MPS farà nel tempo.
3. Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca
Il salvataggio delle due banche venete, che hanno bruciato circa 20 miliardi di capitalizzazione di tantissimi veneti, è avvenuto attraverso l’acquisto delle due banche da parte di Intesa San Paolo ed è costato allo Stato 5 miliardi di euro erogati direttamente a favore di Intesa Sanpaolo.
In totale, quindi, lo Stato ha speso oltre 10 miliardi di euro per salvare i correntisti che senza quell’intervento avrebbero perso tutti i loro risparmi.
E’ chiaro che le operazioni per salvare le banche italiane in crisi hanno contribuito all’indebitamento degli italiani.
Capisco che la relazione della Commissione sia lunga, ma poiché queste sono poche righe, penso che anche Gerry Calà possa leggerle.