In questi giorni, 40anni fa…
La mattina del 16 marzo 1978, mentre il nuovo Governo guidato da Giulio Andreotti stava per ottenere la fiducia, l’auto che trasportava Aldo Moro fu bloccata da un nucleo armato delle Brigate Rosse.
In pochi secondi i brigatisti rossi uccisero i due carabinieri a bordo dell’auto di Moro, i tre poliziotti che viaggiavano sull’auto di scorta e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana.
Dopo una prigionia di 55 giorni, durante la quale Moro fu sottoposto a un processo politico da parte del cosiddetto «tribunale del popolo» istituito dalle Brigate Rosse, fu ucciso.
Il suo cadavere fu ritrovato a Roma il 9 maggio, nel bagagliaio di una macchina parcheggiata in via Caetani, a poca distanza dalla sede nazionale del Partito Comunista Italiano e da quella della Democrazia Cristiana.
Ero un ragazzino, ma ricordo benissimo lo sgomento del Paese di fronte a questo gravissimo atto terroristico che cambiò le sorti della politica in quegli anni.
Ricordo le manifestazioni, i tormenti di tanti, i dibattiti ovunque. A scuola, soprattutto la Professoressa di Italiano ci intratteneva tutti i giorni sull’argomento.
Impossibile non avere consapevolezza di quanto stava accadendo.
Credo sia stato il maggior pericolo che abbia corso la nostra democrazia dalla seconda guerra mondiale. Per fortuna, tutti i partiti si unirono contro la follia brigatista e, insieme, formarono un argine contro la volontà di sovvertire le istituzioni democratiche con la lotta armata.
Aldo Moro era un attento lettore della società e le sue soluzioni avevano fondamenti di prospettiva che ancora oggi, rileggendo alcuni suoi discorsi, restano attuali.
Il rischio della contrapposizione senza contenuti e della disgregazione sociale sono fatti più che mai attuali.
Posso prudentemente e ragionevolmente dire che il tentativo da lui voluto dell’unione con il Partito Comunista nel cd. “compromesso storico”, in quella determinata fase del Paese, ha gettato i geni per quello che è per davvero avvenuto 30anni dopo, nel 2008, con la nascita del Partito Democratico, ovvero l’unità tra il pensiero cattolico democratico e quello laico socialista.
Aldo Moro è certamente uno dei riferimenti del Partito Democratico.
Sen. Vincenzo D’Arienzo