Matteo Renzi si è dimesso. E adesso?
Il Segretario Renzi si è dimesso e l’Assemblea nazionale deciderà se nominare un segretario pro tempore o avviare il congresso nazionale straordinario.
Penso che sia stato giusto dimettersi e, nel contempo, penso anche che le ragioni della grave sconfitta elettorale non siano imputabili tutte al segretario dimissionario.
Non possiamo cavarcela così. In queste situazioni ognuno ha la sua parte di responsabilità e nessuno può permettersi di cercare il capro espiatorio.
Sulla sconfitta gravano anche le difficoltà che avvertono i partiti socialisti in Europa nonché una forma di rabbia e protesta che in passato era mediata dai corpi intermedi della società, anche loro in difficoltà e che intacca la struttura della democrazia rappresentativa che da sempre ha retto il quadro istituzionale italiano.
Per questo sono convinto che occorra una fase di riflessione e discussione tra di noi per ridefinire la nostra identità nel nuovo contesto sociale che si è determinato in Italia.
Quale sinistra di fronte alle sfide della globalizzazione economica che ha creato condizioni nuove rispetto a ieri? Gli altri interpretano certi bisogni – che esistono e sono legittimi – con slogan e ricette propagandistiche, noi non possiamo permettercelo. Un partito a vocazione governativa non promette a vanvera, non urla, ma riflette e agisce con realismo e pragmatismo.
La riflessione che si impone per noi è alternativa al congresso subito. Se facessimo le primarie tra poco, come previsto dallo Statuto in questi casi, parleremmo solo di nomi e non delle ragioni della sconfitta.
Quindi, serve eleggere un segretario con un accordo il più largo possibile e possibilmente unitario, come avvenne per Franceschini e Epifani dopo Veltroni e Bersani, che avvii una lunga fase di ascolto e confronto interno alla fine della quale si dovrà fare un congresso vero con le primarie.
Nell’immediato il PD deve concentrarsi sulla posizione che dovrà assumere durante le consultazioni al Quirinale, sebbene siano già chiari i termini generali: abbiamo avuto un risultato negativo che ci colloca all’opposizione. Il nostro ruolo è quello di stare all’opposizione.
E’ ovvio che la necessità di trovare un governo esiste. Anche nel 2013 accadde e allora venne chiesto al PD di trovare un accordo. Oggi questo compito spetta al centrodestra e al M5s.
Vediamo.