Medici di famiglia, approvata all’unanimità proposta di legge statale Bigon (Pd) per istituzione specializzazione universitaria. “Passo in avanti per dare un futuro al sistema sanitario territoriale”.
“Abbiamo compiuto un passo fondamentale per il futuro della sanità territoriale: con l’approvazione della proposta di legge statale per l’istituzione della specializzazione universitaria in medicina generale, finalmente viene riconosciuto il ruolo centrale che questo ambito merita in relazione al sistema sanitario pubblico”.
Il commento è della consigliera regionale del Pd, Anna Maria Bigon, alla luce del via libera dell’assemblea di Palazzo Ferro-Fini alla proposta di legge statale presentata dal gruppo dem.
“Il medico di famiglia rappresenta il primo e spesso unico presidio sanitario a disposizione dei cittadini, soprattutto nelle aree interne e periferiche. Ma oggi viviamo una crisi strutturale senza precedenti: in Veneto il 41% delle borse di formazione in medicina generale è rimasto scoperto, con 102 posti vacanti su 248. Secondo i dati Agenas, entro il 2025 si prevede un saldo negativo tra pensionamenti e nuovi ingressi di ben 156 medici. Già oggi contiamo 1.943 incarichi vacanti, e dal 2020 e il 2024 abbiamo perso l’11% dei medici di base. Eppure i medici di famiglia continuano a garantire una enorme mole di prestazioni: nel 2023 si sono contati in Veneto 38 milioni di accessi ambulatoriali e quasi 200 mila visite domiciliari. È chiaro che senza investire seriamente su questa figura, la sanità di prossimità rischia di fallire”.
Con l’approvazione della legge, la Regione chiede al Parlamento di: istituire una specializzazione universitaria in medicina generale al fine di equiparare le borse di studio a quelle delle altre specializzazioni; rendere la professione più attrattiva per i giovani medici; favorire l’accesso alla carriera pubblica per i medici del territorio.
“Si tratta di un passo avanti di giustizia, qualità e visione. Ringrazio gli uffici regionali, il gruppo del Partito Democratico, l’assessore Lanzarin, la presidente della Commissione Sonia Brescacin e tutta la Commissione Sanità per il lavoro condiviso. Ora il Parlamento faccia la sua parte. Dalla tenuta della medicina generale dipende il successo della riforma sanitaria, la tenuta del territorio e il diritto alla salute dei cittadini”.