Bigon (PD): “La ripresa non si può basare su precariato e stipendi bassi”

Pubblicato da il 26 Gennaio 2022

“Ripresa e redistribuzione della ricchezza devono andare a braccetto: dopo due anni di pandemia non è giusto che la ripartenza si basi sul lavoro a termine e mal pagato”. Così Anna Maria Bigon, consigliera PD a Palazzo Ferro Fini commenta i dati diffusi lunedì dalla Cgil sull’occupazione in Veneto, rielaborando i numeri dei Caaf regionali. “Il Pil del Veneto sale più della media nazionale, eppure gran parte dei nuovi contratti sono a tempo determinato, il precariato sta diventando la normalità e la crisi conseguente alla pandemia non può essere una giustificazione. Parallelamente gli stipendi restano bassi; 200mila lavoratori guadagnano meno di mille euro al mese, una cifra insufficiente per vivere in sicurezza il presente, figuriamoci per programmarsi un futuro. Anche perché il ‘pubblico’ è sempre più in affanno: dalla sanità, con attese infinite e magari rinuncia alle cure per chi non può permettersi il privato, all’edilizia,  con la carenza di alloggi popolari mentre crescono i nuclei familiari sotto sfratto per morosità. Inutile rivendicare il ‘Veneto Tax Free’ quando ci sono storture del genere”.

“Ridurre la precarietà, promuovendo un’occupazione stabile e di qualità dovrebbe essere un obiettivo del ‘sistema Paese’ nel suo complesso – aggiunge in chiusura – perché la competizione a livello internazionale è vincente quando si punta su investimenti e innovazione, non tagliando stipendi e diritti”.