Anagrafi e sportelli di quartiere: per l’assessore Bianchini si può farne a meno
Disarmante e deludente la superficialità con la quale l’assessore Bianchini, ieri sera in consiglio comunale, ha risposto alla domanda di attualità del consigliere Benini sulle anagrafi periferiche ancora chiuse per Covid malgrado la zona bianca offra possibilità di riaprire anche i servizi comunali.
Secondo Bianchini la scelta di tenere aperto soltanto gli uffici centrali di via Adigetto lasciando chiusi gli altri 5 sportelli polifunzionali di Borgo Milano, Golosine, Borgo Roma, San Michele e Porta Vescovo avrebbe consentito di “ottimizzare le risorse” con “grande soddisfazione dei cittadini”. Inoltre tanti servizi sono digitalizzati, ha detto Bianchini.
Comprendiamo benissimo che per Bianchini, che risiede e vive a Bardolino, non cambia nulla se a Borgo Roma non c’è uno sportello anagrafico funzionante, ma se si informasse meglio, come dovrebbe imporgli il suo ruolo, scoprirebbe che molti cittadini denunciano che in via Adigetto, per pratiche da assolvere necessariamente in presenza, gli appuntamenti vengono dati ad agosto, quindi a due o tre mesi.
Niente, invece, giustifica l’ignorare che al di sopra di una certa fascia di età pochissimi anziani hanno un dimestichezza con smartphone e pc tale da riuscire a fruire dei servizi digitalizzati. Non parliamo di una esigua minoranza ma di decine di migliaia di cittadini. Non pensa Bianchini che meritino considerazione e che non si debba costringere gli anziani a farsi assistere dai famigliari per delle semplici pratiche comunali? La posizione di Bianchini è incredibile e inaccettabile.
Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani
