Zottis e Bigon (PD): “Assistenza, la riforma delle Ipab non può ancora aspettare. Ma da sola non è sufficiente”
“La riforma delle Ipab non è più rinviabile: il testo deve essere discusso in Consiglio prima possibile, ma non è ancora arrivato neanche in Commissione a sei mesi dal suo deposito, visto che è datato 21 ottobre. Da sola però non è sufficiente a dare le risposte alle esigenze di un settore già in sofferenza, anche perché il numero degli anziani non autosufficienti è in crescita, oltre 200mila in tutto il Veneto. La riforma va accompagnata con altre misure, come la revisione degli standard di accreditamento per le strutture sanitarie e sociosanitarie e la riqualificazione delle varie figure professionali per colmare le carenze in organico, che non sono soltanto quantitative”. È quanto chiedono Francesca Zottis e Anna Maria Bigon, consigliere regionali del Partito Democratico ed esponenti della commissione Sanità, tornando sul provvedimento atteso da ormai vent’anni, con il Veneto unico inadempiente insieme alla Sicilia. “La trasformazione delle Ipab in Aziende pubbliche di servizio alla persona è fondamentale per la sostenibilità economico-finanziaria, evitando che le difficoltà nel far quadrare i conti si scarichino sulle famiglie. Già oggi la situazione è drammatica ed è ulteriormente peggiorata con la pandemia, che ha fatto impennare le spese e ridotto le entrate: le impegnative di residenzialità sono circa seimila in meno dei posti letto accreditati (26mila contro 32mila) e con un importo fermo da anni; così c’è chi è costretto a spendere ogni mese fino a 3mila euro per mantenere un proprio caro in queste strutture. È una vergogna non più tollerabile. Lo stallo della riforma ha spalancato le porte al privato commerciale, senza portare un beneficio agli utenti e ai loro familiari. Crediamo perciò sia arrivato il momento di rivedere la legge 22 del 2002 sui criteri di autorizzazione e accreditamento”.
“Tutto questo però – sottolineano le due rappresentanti dem – non basta ancora. Dobbiamo intervenire sul personale, aumentando non solo gli organici, ma anche le professionalità visto che sono cresciuti e modificati i fabbisogni assistenziali. Richiedere un potenziamento di ore per i corsi infermieristici, ad esempio, è doveroso, ma non sufficiente a maggior ragione se non si sono poste le condizioni in precedenza, tagliando i percorsi a Conegliano e Mirano”.
“Infine, allargando lo sguardo all’intera filiera dell’assistenza, pensiamo sia indispensabile rivedere anche il Piano sociosanitario nell’ottica di un forte potenziamento della domiciliarità e di avvio organico e pianificato delle esperienze di cohousing già presenti in Veneto”.