Mancano autobus? Si paga oggi il disinteresse di anni sul trasporto pubblico locale
Non è accettabile, a questo punto della pandemia, che il presidente della regione Zaia allarghi le braccia dicendo che la riapertura della scuola non è possibile perché mancano più di 1000 autobus.
Negli stessi momenti, il suo collega dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, pur confermando le difficoltà, ha rassicurato ai microfoni di Radio Uno di aver reperito gli autobus necessari per consentire la riapertura delle scuole e di aver avviato immediate interlocuzioni con gli istituti scolastici per organizzare l’ingresso ad orari scaglionati.
Perché in Emilia Romagna l’emergenza in qualche modo è affrontabile ed in Veneto no?
Le risposte vanno cercate anche nel tempo, in particolare nel cronico e annoso disinteresse della Regione Veneto verso il trasporto pubblico locale, materia di sua peculiare competenza. A fronte di investimenti da parte della Lombardia nell’ordine di 4-500 milioni di Euro l’anno o dell’Emilia Romagna, che integra le quote statali con almeno 50-60 milioni di Euro ogni anno, il Veneto ha messo negli anni poche risorse sul trasporto pubblico locale, integrando soltanto per il 2-3% gli stanziamenti statali.
Al di là degli ingenti trasferimenti per il Covid (1,1 miliardi erogati dal Governo alle Regioni per mancati incassi e maggiori spese), il Veneto è infatti da sempre nelle ultime posizioni tra le regioni quanto a spesa per il trasporto pubblico locale.
Bonaccini affronta il problema in vista della riapertura delle scuole superiori potendo contare in Emilia Romagna su capoluoghi di provincia con livelli di servizio di gran lunga superiori a quelli normalmente presenti nelle città del Veneto e quindi potendo potenziare le tratte extraurbane. Come dire, una politica lungimirante aiuta a affrontare meglio le emergenze. In Veneto invece, anche questa volta, ci si piange addosso e si cercano colpevoli altrove.
on. Alessia Rotta
Anna Maria Bigon – Consigliere Regionale
Alessio Albertini – Consigliere provinciale