IL PUNTO DEL SEGRETARIO
SALUTE, LAVORO E DIGNITA’: RIPRENDIAMOCI IL TEMA DELLE RIAPERTURE
Per battere la destra sovranista ed egoista il Pd deve andare oltre un vago progressismo cominciando ad affrontare a viso aperto il tema del lavoro e dei lavori in vista delle riaperture e dell’uscita dalla pandemia.
Il segretario Enrico Letta finora non ha sbagliato una mossa: ha assunto decisioni precise che hanno riportato in carreggiata il partito riuscendo a fare una buona sintesi tra le diverse anime di una comunità politica che deve mantenere le sue caratteristiche di forza plurale.
Sono consapevole del bisogno di restare ancorati alle nostre ragioni, ai nostri principi fondamentali, mantenere la capacità di fare sentire parte viva dello stato milioni di esclusi e di lavoratori, impegnarsi nel dare valore alla persona e mantenere una visione critica su temi dell’ambiente, dell’immigrazione e della tutela dei più deboli.
Dobbiamo riuscire a contrastare efficacemente la narrazione secondo la quale Meloni e Salvini sarebbero il “partito delle riaperture” dicendo chiaramente, come ha fatto Letta con la segreteria nazionale, che le riaperture saranno possibili solo quando saranno permesse dai dati sui contagi e dalla quantità di vaccinazioni che si riuscirà a fare, senza dimenticare che il messaggio della destra incontra una aspettativa reale dei ceti più colpiti dalle restrizioni.
Non possiamo lasciar cavalcare l’onda montante della disperazione a Salvini e Meloni concedendogli di rivendicare come loro successo le riaperture.
Il Pd deve dare risposte a quella disperazione riconquistando i ceti popolari sul fronte del lavoro, mettendo i lavoratori, l’occupazione e la dignità del lavoro al centro delle politiche del governo, facendo chiarezza su tasse e fisco e sulla ineludibile riforma degli ammortizzatori sociali, che devono comprendere anche gli autonomi.
Il nostro leale sostegno al governo Draghi non significa che esso coincida con la nostra politica. Dare soldi e sostegni può essere una soluzione momentanea ma le persone hanno bisogno del lavoro per realizzarsi.
Cominciamo col dire che Amazon deve pagare le tasse e accettare i sindacati e sostenere i piccoli commercianti che contestano le sue posizioni monopolistiche, mostriamo vera vicinanza agli autonomi, alle partite Iva, alle piccole imprese. Non basta scendere in piazza a loro fianco se poi non si fa nulla di concreto, come ci ha abituato la destra che alimenta effimere illusioni per poi abbandonare le persone alla loro disperazione.
Il coronavirus non si sconfigge con le manifestazioni di piazza, per lavorare bisogna essere in salute. Noi dobbiamo dare risposte concrete.
La pandemia ha causato, oltre a tanti morti, un milione di disoccupati in più e un milione di poveri in più. La situazione resta critica anche in Veneto dove ancora mancano all’appello tutti i posti di lavoro legati al comparto turistico che nella nostra città, Verona, come a Venezia, rappresentano un fetta insostituibile dell’economia. Anche a Verona, come in Veneto e in tutto il paese, il prezzo maggiore lo hanno pagato le donne: un segnale di maggiore attenzione verso di loro si impone con assoluta urgenza (ad esempio ripensando all’età di accesso alla pensione, per non obbligarle ad andarci a 67 anni).
A giugno scadrà il blocco dei licenziamenti. Serve una proroga. Se vogliamo lanciare un messaggio che ci caratterizzi dobbiamo dare risposte a queste domande. Il Pd deve essere il partito del lavoro, dei lavori.
Maurizio Facincani
Segretario Provinciale