Il piano vaccinale. Chi deve farecosa.

Pubblicato da il 10 Marzo 2021

La vaccinazione contro il COVID-19 è stata disciplinata con la Legge di Bilancio 2021 che ha previsto l’adozione, con un decreto del Ministro della salute, del piano strategico nazionale dei vaccini.

Il piano è stato adottato il 2 gennaio 2021, poi cambiato l’8 febbraio ed è stato integrato il 9 febbraio 2021 dalle Regioni.

Innanzitutto, al momento non esiste un obbligo specifico di adesione alla campagna di vaccinazione.

L’attività di vaccinazione è iniziata alla fine del dicembre 2020.

La prima fase di vaccinazione

Nella prima fase è stata prevista la somministrazione del vaccino in favore degli operatori sanitari e socio-sanitari delle strutture pubbliche e di quelle private accreditate, nonché in favore del personale e degli utenti delle residenze sanitarie assistenziali (RSA) per anziani.

Oltre a questi, è stata individuata come prioritaria anche la categoria dei soggetti di età pari o superiore a 80 anni per la quale la vaccinazione è iniziata, nelle varie regioni, nel corso del mese di febbraio (mentre nel periodo precedente la somministrazione ha riguardato solo gli anziani presenti nelle residenze sanitarie assistenziali).

La seconda fase di vaccinazione

Nella seconda fase si tiene conto del fatto che il vaccino di AstraZeneca dovrebbe essere destinato in via preferenziale ai soggetti di età inferiore a 55 anni e che non rientrino in specifiche categorie di rischio.

Pertanto, in questa seconda fase sono state previste due modalità di vaccinazioni in parallelo:

  1. un primo ambito, con vaccino Pfizer secondo il progressivo ordine di priorità e dopo il completamento della vaccinazione in favore delle persone rientranti nelle fasce della prima fase, che concerne le persone:

a. estremamente vulnerabili,

b. tra i 75 e i 79 anni di età;

c. tra i 70 e i 74 anni di età;

d. affetti da specifiche patologie (sono esclusi i soggetti di età pari o superiore a 70 anni);

e. tra i 55 e i 69 anni di età.

  1. il secondo ambito, a cui viene riservato il vaccino di AstraZeneca, prevede la vaccinazione delle persone tra i 18 e i 54 anni di età e privi di specifici fattori di rischio facenti parte del personale scolastico e universitario (docente e non docente), del personale dei corpi militari e dei corpi di polizia ad ordinamento civile o che operino o vivano in ambienti a rischio di contagio (quali gli istituti penitenziari e i luoghi di comunità, civili o religiosi) e del personale di “altri servizi essenziali”.

Successivamente al completamento della vaccinazione di AstraZeneca ai soggetti “del secondo ambito”, sarà avviata la vaccinazione alla restante popolazione (avente tra i 18 e i 54 anni di età e priva di specifici fattori di rischio).

Competenze per la somministrazione dei vaccini

Il piano nazionale di vaccinazione deve essere attuato dalle regioni, sulla base dei criteri fissati.

La somministrazione dei vaccini è effettuata presso le strutture individuate- sentite le regioni e le province autonome – dal Commissario straordinario (ieri Arcuri, oggi Figliuolo)

Le regioni provvedono alle somministrazioni dei vaccini tramite medici specializzandi;  medici, infermieri ed assistenti sanitari (ivi compresi quelli già in quiescenza).

Al momento, quindi, non è prevista la somministrazione dei vaccini da parte di personale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, quali i medici di medicina generale. In merito, però, alcune regioni stanno adottando modalità organizzative che comprendono la somministrazione da parte dei medici di medicina generale

Il piano nazionale prevede anche, nella fase avanzata di attuazione, l’utilizzo di unità mobili, il coinvolgimento degli ambulatori vaccinali territoriali, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, della sanità militare e dei medici competenti delle aziende.