Bigon (PD): “Provincia di Verona senza un reparto di Terapia intensiva neonatale: riattivare il servizio a Borgo Trento e attrezzare il Magalini di Villafranca”

Pubblicato da il 18 Gennaio 2021
“Da mesi la provincia di Verona è priva di un reparto di Terapia intensiva neonatale, costringendo le future mamme a rivolgersi a strutture padovane, vicentine o mantovane, visto il lungo stop a Borgo Trento, dove il Punto nascite ha riaperto ma solo per le gravidanze non a rischio. Non si tratta di un servizio di secondaria importanza, bensì fondamentale che la Regione ha il dovere di garantire; partorire in sicurezza è un diritto per tutte le donne del Veneto”. A ribadirlo, chiedendo certezze sulle tempistiche dell’ospedale scaligero è Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità, che ha presentato un’interrogazione a risposta scritta.  “Quali interventi sono stati fatti e quali sono ancora necessari per garantire la riapertura della Terapia intensiva neonatale a Borgo Trento e quando è prevista? La sospensione delle attività risale allo scorso giugno, sette mesi sono troppi”, attacca l’esponente dem veronese.
 
Ad aggravare i problemi riguardanti la maternità si somma la nuova e prolungata chiusura del Punto nascite del Magalini di Villafranca, da novembre interamente convertito per la seconda volta a Covid Hospital. “Era stato inaugurato dopo una lunga attesa e nei pochi mesi in cui è rimasto in funzione avvenivano oltre 100 parti al mese. Una grossa fetta di territorio è rimasta scoperta, andando invece ad aumentare la pressione sugli ospedali di San Bonifacio e Legnago, già in difficoltà a causa della pandemia. Il blocco di un servizio così importante non può continuare a tempo indeterminato, fin quando non ci saremo messi alle spalle il Covid-19. La Regione deve dare delle risposte: ha  intenzione di riattivare a breve il Punto nascite attrezzandolo anche per la Terapia intensiva neonatale considerata la situazione di Borgo Trento oppure le future partorienti, incluse quelle a rischio, dovranno ancora vagare per mezzo Veneto in cerca di un ospedale?”.