Lavoratori Amia verso lo sciopero generale, e l’amministrazione non ha risposte I cittadini e i lavoratori pagano le conseguenze delle false promesse
L’assemblea sindacale dei lavoratori di Amia stamattina ha decretato lo stato di agitazione: se non interverranno novità rilevanti entro la fine della prossima settimana sarà sciopero generale. Questo è il prezzo che i cittadini, i lavoratori e lo stesso servizio si avviano a pagare per le false promesse dell’amministrazione Sboarina di riportare in house il servizio di raccolta dei rifiuti.
A due anni dall’approvazione da parte del Consiglio comunale dell’atto di indirizzo che vincolava l’amministrazione a provvedere in tal senso, non si è mossa una virgola. Ad oggi non esiste nulla: non uno studio, non un’analisi delle possibili soluzioni, niente che risponda alle legittime richieste di 900 lavoratori di Amia e Serit.
E a nulla serve l’ordine del giorno all’acqua di rose votato durante l’ultimo consiglio comunale. Servirebbero, al contrario, una trentina di milioni di euro per scorporare l’azienda, ammesso e non concesso che la nuova Muven, nata dalla fusione di Agsm e Aim Vicenza, sia d’accordo a privarsi dell’azienda. Dal 1° gennaio infatti, Amia non sarà più di esclusiva proprietà del Comune di Verona.
Ma perché l’amministrazione in due anni non ha mosso un dito? Per incapacità e perché questi amministratori sono più interessati alle poltrone che ad altro. Casali è a un passo dall’ottenere la presidenza Muven e il suo gruppo di maggioranza non risponde più nel merito di una questione che era risultata divisiva nella maggioranza.
Intanto il tempo per dare risposte ai 900 lavoratori e alla città intera sta per scadere.
Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani