Bigon: No a discriminazioni tra il personale sanitario di Borgo Trento in prima linea durante l’emergenza.

Pubblicato da il 2 Novembre 2020

“Sono a fianco del personale della neurochirurgia terapia intensiva 2B dell’ospedale di Borgo Trento: anche loro sono stati in prima linea la scorsa primavera nel picco dell’emergenza sanitaria e hanno quindi diritto al bonus previsto dalla Regione. Non è accettabile un trattamento diverso, invito la Giunta a intervenire nei confronti dell’Azienda ospedaliero universitaria integrata di Verona affinché faccia una rapida retromarcia”. A chiederlo, tramite un’interrogazione a risposta scritta, è Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico. È una penalizzazione e un’umiliazione incomprensibile. Deve essere riconosciuto il loro ruolo e lo stress che hanno dovuto affrontare in quelle terribili settimane: hanno intubato e stabilizzato i pazienti in crisi respiratoria in tutto il Polo Confortini, sostituito i colleghi della Rianimazione generale che erano stati trasferiti nel Reparto Covid e formato il personale neo assunto proprio per fronteggiare l’emergenza nelle terapie intensive. Questo è il ringraziamento per un impegno che è andato ben oltre l’ordinario?”.

La consigliera dem veronese nell’interrogazione ricorda l’ordine del giorno approvato all’unanimità lo scorso 27 aprile, con cui si invitava la Regione a trovare le risorse per un’indennità extracontrattuale per tutto il personale impegnato nel contrasto all’epidemia Covid 19 e attacca: “Perché, dunque, questi lavoratori di Borgo Trento vengono esclusi? Sorprende l’atteggiamento rigido dell’Azienda che anche di fronte al Prefetto non ha fatto il minimo passo in avanti, nonostante ci sia un residuo economico disponibile di oltre 50mila euro e nonostante le trattative ancora aperte tra sindacati e Regione per stanziare ulteriori risorse. Mi auguro perciò che la Giunta e in particolare l’assessore alla Sanità intervengano subito per sanare una disparità di trattamento priva di senso, a maggior ragione visto il brutto quadro sanitario che rischia a breve di farci precipitare in una grave emergenza simile a quella della passata primavera. Chiamarli eroi, lo ripetiamo per l’ennesima volta, non è sufficiente”.