Bigon (PD): “Seconda ondata di Covid, Zaia maestro nel dare ad altri le responsabilità : manca una programmazione regionale”

Pubblicato da il 26 Ottobre 2020

“Anziché attaccare ogni giorno il Governo, Zaia pensi a quanto non ha ancora fatto la Regione. Se la situazione è quella di ‘un semaforo verde che va verso il giallo’, farebbe bene ad agire prima che scatti all’improvviso il rosso, visto che ci sono tanti e importanti ritardi”. Ad affermarlo è la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon, chiedendo interventi sul fronte di strutture e personale. “Non possiamo permetterci una fase due identica a quella di marzo, perché la sanità pubblica è oggi in maggiore difficoltà: medici, anestesisti, pneumologi esausti e ancor più ridotti nel numero, non riuscirebbero a garantire un servizio efficiente. In questi anni non ci si è preoccupati di sostituire il personale che ‘scappa’ dal pubblico verso il privato per via dei turni massacranti o va in pensione grazie a Quota 100 voluta fortemente dalla Lega. E purtroppo i nodi sono venuti tutti al pettine nel momento più drammatico. Ad oggi –  attacca Bigon – l’unica programmazione della Giunta è quella prevista dalla delibera fatta durante la prima emergenza. Parlare dei posti letto nelle terapie intensive senza parlare del personale che manca negli ospedali, rischia di essere un puro esercizio di stile”.

“Serve un cambio di passo rapido, con assunzioni immediate nella sanità e serve che anche il privato convenzionato si faccia carico delle terapie intensive e delle malattie infettive, mettendo a disposizione le proprie strutture. Occorre poi agire sugli ospedali Covid: non possono essere sempre quelli individuati la scorsa primavera, chiudendo gli altri servizi sul territorio, visto che già adesso si scontano pesanti e pericolosi ritardi, con liste di attesa infinite. Attese – aggiunge la consigliera dem – che sono particolarmente lunghe anche per i tamponi: i punti devono essere aumentati e potenziati”.

“In questi mesi Zaia ha costantemente attaccato il Governo sulle scuole, risultati luoghi più sicuri di altri. A differenza dei mezzi di trasporto dove, nonostante i soldi arrivati da Roma, è stato fatto poco o niente, con bus e treni sovraffollati e ad alto rischio di contagio. La soluzione per ridurre il problema è quella di aumentare le corse, magari subaffidando parte del servizio alle aziende dei bus turistici. Non certo, come chiede Zaia, ripristinare solo la didattica a distanza”.