Piano Regionale dei Trasporti: le promesse e le incongruenze
In questi giorni è stato definito dalla Regione il Piano Regionale dei Trasporti, uno strumento di programmazione e pianificazione delle attività relative alla mobilità sul territorio, compreso quello veronese.
«Sono da sempre a favore della pianificazione, per questo ho subito accolto con interesse e favore la volontà di svolgere un lavoro così complesso, ma necessario, come il Piano Regionale dei Trasporti» afferma Giandomenico Allegri, vicesindaco di Sommacampagna e ora candidato alle Elezioni Regionali del Veneto. «Tuttavia, andando a leggere nello specifico le previsioni, si resta colpiti di fronte alle incongruenze, agli errori di previsione, se non addirittura a bufale, che il Piano mostra su Verona e su cui è doveroso fornire informazioni chiare».
«Cominciamo dal collegamento ferroviario proposto nel Piano Regionale tra Verona Porta Nuova, l’Aeroporto e l’area del Lago di Garda. E’ evidente a tutti che si tratta di una soluzione suggestiva, ma arriva come una pezza dorata per tappare un buco di cui i veronesi devono essere informati. Infatti fino a pochi giorni fa Verona aveva la possibilità concreta realizzare da subito il collegamento tra l’Aeroporto Catullo e la Stazione di Verona Porta Nuova, con una metropolitana di superficie che doveva essere finanziata nell’ambito del Decreto Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Questa era una soluzione reale, una grande occasione, che Verona ha invece perso proprio a causa delle scelte della Regione Veneto. Come è accaduto? Nell’ambito del Decreto Olimpiadi, con il quale è stato stabilito l’elenco delle opere da realizzare entro il 2025, la Regione Veneto, pur avendo indicato quel collegamento tra le opere da costruire, non l’ha evidenziato tra le priorità, privilegiando invece altre opere che insistono sulla provincia di Belluno. Il risultato è che il finanziamento per collegare oggi l’Aeroporto con Verona è stato perso. Così ora a Verona ci troviamo di fronte all’ennesimo progetto promesso, spostato a chissà quando nel futuro, mentre la Regione ci toglie le occasioni concrete» spiega Allegri, che rileva incongruenze anche su altri progetti.
«Che dire, poi, del progetto di elettrificazione della tratta ferroviaria Cerea/Isola della Scala (linea Verona-Rovigo)? Invece di chiedere a RFI uno studio di fattibilità, questo era il momento di chiedere la priorità nell’ambito del Contratto di Programma di Rete Ferroviaria Italiana. Perché la Regione non l’ha fatto? Sull’autostrada Ti-Bre Tirreno/Brennero, si continua a vendere fumo: tutti hanno capito che si tratta di un collegamento importante, ma al momento senza alcuna possibilità realistica di realizzazione. Stendo un velo pietoso sull’inserimento nel Piano Regionale della variante alla Grezzanella (Verona/Villafranca). Dopo 20 anni di gestione e nessun completamento, la Regione adesso ci viene a dire che sarà realizzata a breve, omettendo un particolare importante: la Regione ha deciso di non occuparsene più e l’ha restituita alla gestione nazionale dell’ANAS. L’inserimento nel Piano Regionale è solo un modo per lavarsi la coscienza. Colpisce inoltre il silenzio sulle tematiche poste dai sindaci della Valpolicella che da tempo è soffocata da un traffico di attraversamento e di connessione con la città di Verona che impedisce uno sviluppo sano di quel territorio così importante anche dal punto di vista agricolo».
Come dati positivi del Piano, Allegri rileva che il Veneto beneficerà di ampi finanziamenti da parte del Governo: «L’unico elemento apprezzabile è legato all’intervento del Governo Conte, con cui – ricordiamolo – Roma erogherà alla Regione Veneto ben 187.733.025 milioni di euro da quest’anno fino al 2033 per il rinnovo del materiale rotabile del trasporto pubblico locale. Si tratta di risorse certe e di carattere strutturale che consentono di pianificare gli interventi pluriennali necessari per migliorare la qualità del trasporto pubblico locale. A questi si aggiungono altri 54.284.334 milioni di euro di finanziamenti assegnati complessivamente alle sette città venete nell’ambito di quanto previsto nel Piano Strategico Nazionale della Mobilità sostenibile, che include sia i fondi per i Comuni capoluogo ad alto inquinamento da PM10 e biossido di azoto, sia quelli dedicati specificatamente al rinnovo del materiale in questione».
«Come sempre» conclude Allegri «è un peccato che un lavoro utile e complesso come il Piano Regionale dei Trasporti sia infarcito di previsioni in odore di propaganda, piuttosto che mostrare una linea coerente di impegni portati avanti seriamente e con reale convinzione».
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