Sanità, ma quale normalità? Medicina territoriale ancora nel caos Si riaprano distretti, consultori, centri diurni, vaccinali e prelievi
Le resse che dall’inizio di maggio si registrano negli ospedali veronesi non sono frutto di inciviltà degli utenti, come certa propaganda vorrebbe fare passare, ma di grave carenza organizzativa ai piani alti del sistema socio-sanitario veneto che non hanno ancora fatto i conti con il significato profondo dell’emergenza da Covid 19 che vuole potenziata e valorizzata la medicina territoriale.
Invece, i distretti sanitari sono ancora chiusi e ai centri prelievi si accede solo su prenotazioni al Cup, il cui servizio telefonico risulta tuttavia sempre occupato con grave disagio per i pazienti soprattutto anziani. E anche quando si riesca ad ottenere una prenotazione, i lunghi tempi di attesa costringono molti utenti a rivolgersi alle strutture convenzionate e private a scapito del SSN.
Dunque, mentre gli ospedali del territorio stanno tornando alla normalità, riconvertendo i reparti destinati alle cure degli ammalati da coronavirus alle loro normali funzioni di diagnosi e cura, i servizi sanitari territoriali restano prigionieri di un grave caos organizzativo, non per mancanza di preparazione o di qualità, ma per la superficialità e disattenzione di chi avrebbe dovuto prevedere il grande afflusso di queste settimane, risultato delle richieste accumulate in più di tre mesi di fermo causa Covid.
Questo dimostra lo scarso interesse dei vertici sanitari alla medicina del territorio, già evidenziato durante la pandemia quando i medici di base sono rimasti soli e privi di adeguati mezzi di prevenzione nella gestione dei pazienti Covid positivi, curati a domicilio.
Il Partito Democratico di Verona sta raccogliendo le lamentele dei cittadini sulla disorganizzazione dei servizi sanitari locali nella Fase 2 e chiede ai dirigenti dell’Aulss 9 di occuparsi della riprogrammazione in tempi brevi dei servizi territoriali basilari che, con le necessarie cautele, vanno riaperti al più presto. Nello specifico:
• la riapertura dei Distretti Sanitari per tutte le pratiche amministrative incluso il rilascio delle tessere STP per gli stranieri, ora richieste e inviate tramite posta elettronica con tempi lunghi e disagi per gli spostamenti
• la riapertura dei consultori famigliari
• la riorganizzazione dei Cup dotando il servizio di ulteriore personale addetto alle prenotazioni per dare un maggior numero di risposte in tempi brevi
• la riapertura dei centri vaccinali
• la riapertura dei centri prelievi presso i distretti sanitari
• la riapertura dei centri diurni per le persone disabili
• l’aumento del numero dei medici di base soprattutto per coprire le zone carenti, inserendo nuovi medici di famiglia programmando con molto anticipo i pensionamenti
La sanità pubblica è stata chiamata a dura prova in questi mesi e si è capita la sua importanza nonostante i tagli subiti in questi decenni sia nelle strutture e nei posti letto che sui fondi economici devoluti in buona parte al privato convenzionato.
Vanno aperti subito gli Ospedali di Comunità, per primi i posti previsti nella sanità pubblica, perché sono fondamentali pere dare un livello di servizio al momento praticamente assente.
La lezione che ci lascia questa pandemia è la necessità di riqualificare il Servizio Sanitario Nazionale partendo dai medici del territorio. Tutti i sistemi sanitari più evoluti hanno una forte presenza di medici di base che seguono i malati cronici, intercettano le epidemie e sono i protagonisti delle cure e dei servizi che vengono richiesti più frequentemente nella quotidianità.
Luisa Caregaro
Responsabile area Sanità e Salute Pd Verona
Maurizio Facincani
Segretario Provinciale Pd Verona