Dal processo del bus ungherese gravi dubbi sulla sicurezza in A4. Il Sindaco verifichi e dia delle risposte

Pubblicato da il 30 Settembre 2019

Dal processo per le 17 giovani vittime del bus ungherese che il 20 gennaio 2017 persero la vita nel gravissimo incidente accaduto sull’autostrada A4 nei pressi dello svincolo per il casello di Verona Est, emergono inquietanti particolari che instillano gravi dubbi sull’adeguatezza della nostra autostrada in corrispondenza di ponti e sottopassi.

Secondo la perizia tecnica di parte disposta dall’Associazione Italiana Familiare e Vittime della Strada assieme ad alcuni parenti degli studenti rimasti uccisi nel sinistro, risulterebbe infatti che a causare la morte di una parte cospicua degli studenti occupanti del bus sarebbe stato l’impatto con uno dei piloni di sostegno dello svincolo di Verona Est, che si troverebbe ad una distanza dal guard rail tale da renderne inefficace l’azione di assorbimento degli urti.

Mentre il guard rail è progettato per deformarsi di oltre due metri, in quel punto il pilone dista dalla barriera soltanto 58 centimetri. Secondo la perizia, che in buona parte ricalca quella del pubblico ministero, si tratterebbe di un evidente errore progettuale, peraltro di facile risoluzione, commesso tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta al tempo della realizzazione della terza corsia autostradale.

Il venir meno, in corrispondenza di strettoie “naturali” come sottopassi e ponti, della distanza di sicurezza tra il guard rail ed altri ostacoli indeformabili, avrebbe dovuto suggerire, limitatamente a quei tratti, un potenziamento del guard rail attraverso “l’infittimento dei pali portandoli da interasse 2,25 m a 1,50 m”.

Conclude la perizia: non solo “l’errore progettuale non è stato rilevato e corretto nelle varie fasi di approvazione del progetto” e “nei 25 anni successivi l’ente gestore si è limitato ad interventi di manutenzione ordinaria”, ma anche “dopo l’incidente la barriera sicurvia è stata ripristinata nelle stesse condizioni di progetto, riproducendo lo stesso errore tecnico nonostante sia stata evidenziata l’inadeguatezza della protezione”.

“Non è dato sapere se questa situazione sia limitata al solo ponte in corrispondenza allo svincolo di Verona Est o se la situazione si riproponga in altri punti dell’autostrada A4 con grave pregiudizio per la sicurezza della circolazione. Non si nasconde che nel caso si riproponesse un sinistro analogo a quello per cui è causa, il ponte in esame costituisca una bomba ad orologeria che, se malauguratamente innescata, potrebbe condurre ad analoghe conseguenze”.

Conclusioni inquietanti che richiedono una verifica puntuale delle criticità sottolineate. Al di là del processo in corso, che è chiamato ad accertare le responsabilità individuali, emerge la necessità di tutelare un interesse generale di sicurezza. Ho già depositato agli atti del Consiglio comunale la perizia in oggetto in maniera che nessuna possa dire che non sapeva. Come passo successivo chiedo al Sindaco di Verona, che rappresenta la partecipazione azionaria in A4 di pretendere dalla Serenissima tutti i riscontri necessari.

La consigliera comunale Pd Elisa La Paglia