No al raduno di CasaPound a Roncà: un fatto pubblico che ci interroga tutti

Pubblicato da il 3 Settembre 2019 0 Commenti

Ridicolo e pusillanime tentare di nascondersi dietro a un dito: 4-800 persone che esprimono i contenuti che tutti, purtroppo, abbiamo imparato a conoscere in questi anni in cui la destra estrema ha alzato la testa, anche a Verona, e perso ogni democratico pudore (quindi: sovranismo antieuropeista; chiusura xenofobica contro migranti e stranieri; omofobia contro omosessuali; misoginia contraria all’emancipazione femminile; aggressività contro le minoranze) non costituiscono in alcun modo un “fatto privato”.

Sono, al contrario, un fatto pubblico che ci interroga tutti e che addossa una gravissima responsabilità su quei politici, locali e nazionali, che attivamente partecipano allo sdoganamento di valori apertamente filofascisti, e sugli stessi amministratori locali che si attivano per ospitare, o tentare di gestire, un evento che contraddice tutti i valori della democratica convivenza. A questi diciamo di riflettere sui valori fondanti della nostra Costituzione e di non consentire che si svolgano manifestazioni e raduni di movimenti che fanno di ogni forma di discriminazione, del negazionismo e del revisionismo fino alla riabilitazione dei nazisti, la loro bandiera.

Non si può consentire a movimenti come CasaPound, che vogliono un’Italia “pavoliniana e mussoliniana”, (Pavolini è stato segretario del Partito fascista, partecipò alla Marcia su Roma e fu il mandante delle torture su antifascisti, partigiani e civili), di riproporre non solo operazioni nostalgia del ventennio fascista ma addirittura propagandare idee opposte a quelle sancite e tutelate dalla nostra Costituzione.

Facendo terra bruciata attorno a questi raduni – ogni volta costretti a fare il giro delle sette chiese per trovare uno spazio disposto ad ospitarli – la società civile si dimostra ancora una volta migliore della classe politica che non riuscendo a dare una prospettiva vera al Comune di Verona, alla Provincia di Verona e alla Regione Veneto, finisce per arroccarsi su posizioni antistoriche, contrarie alla vocazione di apertura e di scambio delle nostre genti che da sempre si sono dimostrate a difesa dei diritti e delle culture delle minoranze, portatrici di pace, di democrazia e di libertà conquistate col sangue, con la Resistenza e la Liberazione nel 1945.

Il Partito Democratico mantiene al centro della sua azione questi temi e non farà mai mancare il suo sostegno a tutte quelle associazioni, fondazioni, musei, istituzioni che sostengono la consapevolezza democratica e antifascista nel Paese. Non faremo mancare il nostro sostegno ad ogni iniziativa che possa mettere la parola fine a quello che sta cercando di tornare e che pensavamo di aver consegnato per sempre al buio della storia. Agiremo in sinergia con le Istituzioni, perché antifascismo e Istituzioni democratiche sono la stessa cosa.

Il Segretario provinciale Pd Verona

Maurizio Facincani