Mini-corsi per medici: una soluzione pasticciata che espone la Regione, i pazienti e gli stessi neolaureati

Pubblicato da il 2 Settembre 2019 0 Commenti

Grazie a Zaia, 500 medici neolaureati, abilitati all’esercizio della professione ma privi della necessaria specializzazione, verranno assegnati, al termine di un corso “pratico e teorico” di 92 ore teoriche e due mesi di tutoraggio, ai reparti di Medicina Interna, Geriatria e Pronto Soccorso degli ospedali veneti che la propaganda salviniana di Quota 100 ha svuotato di professionalità mature senza provvedere alla loro sostituzione.

Davvero non si poteva fare altrimenti? Davvero non c’erano altre soluzioni che rischiare mandare allo sbaraglio personale non ancora completamente formato?

Per il gruppo consiliare regionale PD, che a questo proposito ha presentato una interrogazione, la soluzione c’era eccome: “Perché – chiede la consigliera regionale Anna Maria Bigon – Zaia non ha applicato Decreto legislativo 35 del 30 aprile 2019 (cosiddetto Decreto Calabria) fresco di conversione in Legge numero 60 del 5 giugno 2019, che consente ‘l’assunzione con contratto a tempo determinato’, fino a dicembre 2021, ‘di coloro che sono utilmente collocati nelle graduatorie, ovvero di medici iscritti all’ultimo anno del corso di formazione specialistica, nonché, qualora questo abbia durata quinquennale, al penultimo anno del relativo corso’”?

“Il mancato allineamento della Regione Veneto alla normativa statale – prosegue Bigon – è di per se stesso pregiudizievole delle iniziative assunte dalla Regione Veneto. Ma oltre a ciò, e al di là dei possibili rischi a cui si sottopongono i pazienti acuti, vogliamo sottolineare l’azzardo a cui vengono esposte la carriere stesse dei medici neolaureati: che fine faranno, infatti, quando l’emergenza sarà rientrata?”

“E’ chiaro che il mini-corso delineato dalla giunta regionale non potrà sostituire un corso di specializzazione della durata di 4-5 anni con migliaia di ore di teoria e pratica. Chiediamo pertanto di sapere se le Università del veneto sono state interpellate in merito a questa soluzione e con quali modalità verranno selezionati i docenti dei corsi. Con la salute pubblica non si scherza. Zaia ci dica anche quanti di questi medici verranno assegnati agli ospedali veronesi”.