Stazione di porta Vescovo, occasione per la città.
Il potenziale della stazione ferroviaria di Porta Vescovo – Verona, con un bacino effettivo di almeno 150mila possibili utenti, compresi gli studenti universitari, vale bene un progetto di valorizzazione che consenta alla città
Il decongestionamento dell’area.
Certo, è già grave che non ci sia una biglietteria, ma solo macchinette erogatrici, nonostante i numeri citati e pur in presenza dei locali idonei ed è ancora peggio che quello scalo sia abbandonato a se stesso.
Eppure, la stazione di Porta Vescovo, sebbene impiegata prevalentemente come scalo merci, è fermata per tutti i treni regionali da e per la direttrice verso Trieste e dei treni interregionali sulla direttrice Venezia – Milano – Venezia.
Quindi, la biglietteria sarebbe una parte della riqualificazione della stazione dal punto di vista trasportistico passeggeri, l’inizio.
Sono convinto che l’utilizzo della stazione favorirebbe il decongestionamento del traffico nell’area del capoluogo e che con il recupero della funzionalità e con un accordo con gli enti locali sarebbe possibile l’integrazione ferro – gomma (basterebbe portare i bus fino davanti alla stazione).
Per queste ragioni, ho chiesto al Ministro Toninelli di avviare le procedure per:
- l’apertura di una biglietteria, anche di ridotte dimensioni, presso la stazione di Verona Porta Vescovo;
- valutare la fattibilità di rendere quello scalo capolinea – oggi è Porta Nuova – per i treni regionali provenienti ed in partenza verso Milano, Bologna, Bolzano e Mantova, ovvero i centri di destinazione e arrivo più rilevanti. In futuro, peraltro, con la destinazione verso Mantova, Porta Vescovo potrebbe diventare il primo scalo da e per l’Aeroporto Catullo;
- la stesura di un progetto che contempli lo sviluppo della stazione di Verona Porta Vescovo come scalo nell’ambito di una metropolitana urbana compresa tra le varie stazioni presenti in città e nell’immediata cintura.