14 e 15  aprile 2018 Giornate del tesseramento circoli della città GUARDIAMO AL FUTURO – SPRIGIONIAMO ENERGIA

Pubblicato da il 10 Aprile 2018 0 Commenti

 

Un progetto politico deve saper muovere anche la parte emotiva del nostro essere, deve dare e creare speranza, soprattutto in una fase storica come questa, priva di riferimenti certi, di sicurezze, di ricette pronte, di soluzioni preconfezionate ai grandi problemi che assillano il nostro Paese.

E’ necessario saper intercettare quella speranza, dare ad essa soluzioni e saper spiegare che esse sono le più idonee per costruire un futuro di coesione e benessere sociale. Dobbiamo tornare ad essere percepiti come il partito che difende gli interessi della gente comune, che fa fatica e si sente poco rappresentata, che sente troppo lontane da sé le istituzioni (il potere) e percepisce i partiti tradizionali come incapaci di leggere ed adeguarsi al cambiamento in atto.

Siamo anche in una fase storica in cui le destre primeggiano, in cui imperversa una cultura di chiusura e di difesa dei propri interessi privati e nazionali – si costruiscono  nuovi muri che rendono più difficile l’incontro tra persone ma anche gli scambi commerciali (dazi), crescono i nazionalismi (si pensi alla brexit e alle difficoltà dell’Unione Europea), si affermano i populismi…. -,  in cui rabbia e paura della gente vengono cavalcate ed ostacolano politiche di apertura, il dialogo, l’incontro con lo straniero, la promozione di politiche di integrazione, la collaborazione tra gli Stati.  E’ anche un problema culturale dunque….nuotiamo contro una corrente molto impetuosa che sta mettendo in crisi i partiti riformatori in tutti i Paesi occidentali.

E’ un momento di transizione, che impone a soggetti politici come il nostro un ripensamento profondo del modello di partecipazione politica e quindi anche della propria organizzazione. In questa situazione, chi si è affermato alle politiche del 4 marzo si presenta come il VERO CAMBIAMENTO CONTRO UNA POLITICA DIPINTA COME CASTA, VINTA e DA MANDARE A CASA, e sembra avere buon gioco nel dire che i vecchi partiti sono morti, che le categorie destra e sinistra non esistono più, che gli accordi di governo si possono fare con tutti basta che si sottoscriva un contratto.

Noi non vogliamo sottrarci a questa riflessione e a questo ripensamento perché pensiamo che il PARTITO DEMOCRATICO sia nato ed esista proprio per realizzare ciò che tanti elettori hanno creduto di vedere altrove: per favorire la partecipazione dei cittadini, per sostenere chi è più debole e dare a tutti pari opportunità attraverso l’istruzione ed il lavoro, per favorire il massimo di coesione sociale attraverso un’equa redistribuzione della ricchezza ed una assunzione di responsabilità di tutti i soggetti sociali, per creare condizioni in cui il giusto bisogno di sicurezza non ci impedisca di accogliere e di integrare chi ci chiede ospitalità, per coltivare il sogno di un’Europa sempre più unita, solidale e capace di sostenere politiche di sviluppo degli Stati che la compongono, per  riformare il nostro Stato e renderlo più moderno ed efficiente….

Va costruito un progetto che dia identità, capacità di rapporto con la società e nuove risposte ai problemi di oggi.

Ma c’è anche bisogno di creare le condizioni perché questo progetto si realizzi attraverso una vera comunità che ci lavora insieme, che studia, discute, si confronta, aprendosi il più possibile ai mondi vitali della società.

E c’è bisogno di creare le condizioni perché ciò avvenga con fiducia e stima reciproca.

Bisogna studiare, capire, ASCOLTARCI ED ASCOLTARE.

Se le disuguaglianze, la precarizzazione, l’insicurezza hanno creduto di trovare risposte più utili nei concetti di razza e di nazione o nella retorica dell’antipolitica, un problema di relazione con la gente c’è e noi la gente dobbiamo ascoltarla e rispettarla. Io credo che a quelle domande di protezione e di giustizia sociale siano le forze progressiste, europeiste e di centro sinistra a dover rispondere, sia in primis un Partito Democratico che rimette al centro questi temi identitari e li declina in modo moderno, spiegando il progetto di società e di sviluppo che ha nel proprio DNA.

La nostra città ed il nostro PD Veronese (che guarda caso da mesi non ha una guida politica provinciale proprio perché tanto unito non è e non sa essere) si prestano ad essere emblematici ed esemplificativi di tutto questo. E’ vero, qui il voto per le politiche non ci ha particolarmente castigato, non abbiamo perso numeri rilevanti anzi in termini assoluti abbiamo anche fatto meglio del risultato delle recenti amministrative al netto delle differenze che esistono tra i due tipi di elezioni. E abbiamo mantenuto intatta, sfruttando con intelligenza i marchingegni di questa elegge elettorale, la nostra rappresentanza parlamentare.  Ma siamo ormai come partito la terza forza. Il centro sinistra non da segni di riscossa e non intercetta il voto dei giovani e delle fasce più popolari ormai soggiogate completamente dal populismo leghista o catturate dal piffero magico di Grillo. E’ necessario mettere in campo una seria riflessione anche sulla città, sui canali che guidano il consenso, sui suoi centri di potere, e ristabilire relazioni costanti e vivificanti con le organizzazioni della società civile che vi operano.

Di fase costituente, di rigenerazione, parlavo già durante gli incontri congressuali nei circoli della città. Ebbene, credo che questa fase storica e l’esito delle elezioni politiche ci assegni questo compito che vogliamo affermare e rilanciare proprio celebrando insieme, tutti gli otto circoli della città, le giornate del nostro tesseramento 2018, che vogliono così rappresentare l’avvio di un processo di apertura e di ascolto.

Ci sono persone che in questi giorni si sono avvicinate ed hanno chiesto la tessera. Ci sono persone che si riavvicinano dopo qualche periodo di lontananza. E’ un segnale. C’è bisogno di stringerci e di fare fronte comune anche contro una cultura che oggi appare vincente e che rischia di sdoganare (in certi casi l’ha già fatto) e legittimare comportamenti fascisti e razzisti. Dobbiamo seriamente porci il problema perché bisogna porre un argine a questa deriva che millanta la difesa dei valori della nostra Costituzione che rischiamo invece di vedere compromessi. L’adesione convinta all’appello MAI PIU’ FASCISMI cui contribuiremo raccogliendo le firme anche nelle nostre giornate di avvio del tesseramento sta in questa logica.

Vorrei che l’adesione al PD oggi, fatta in un contesto comune e condiviso, ci trovasse realisticamente ed orgogliosamente uniti, convinti che ORA BISOGNA GUARDARE AL FUTURO, A COME ESSERE OGGI FORZA POLITICA RIFORMISTA TRA LA GENTE E CON LA GENTE, A COME SPRIGIONARE ENERGIA CHE SAPPIA COINVOLGERE PERSONE E OFFRIRE NUOVI ORIZZONTI.

 

luigi ugoli – segretario cittadino