AUTONOMIA, Alessia Rotta: Parlamentari Dem auspicano intesa definitiva Stato-Regione. Nostro il merito della firma della preintesa
I parlamentari veneti del Partito Democratico auspicano il conseguimento di un’intesa definitiva tra Stato e Regione per il trasferimento delle materie oggetto della trattativa per l’autonomia differenziata del Veneto, delle relative competenze e risorse economiche e strumentali. Inoltre sottolineano la necessità di un accordo tra la Regione Veneto e la Provincia di Belluno che tenga conto della volontà popolare espressa contestualmente al referendum regionale del 22 ottobre, per consentire ai cittadini, alle imprese e alle istituzioni della montagna di godere delle pari opportunità sociali ed economiche di chi vive in pianura.
La posizione dei deputati e senatori veneti del PD è stata espressa in un documento (in allegato) consegnato al presidente Zaia durante l’incontro di questa mattina a Venezia.
Presente all’incontro la deputata veronese Alessia Rotta, che insieme ai colleghi ribadisce “le tappe di un’autonomia differenziata per le regioni prevista dalla riforma costituzionale del 2001 introdotta dal centrosinistra” e conferma “il supporto dei parlamentari democratici al conseguimento dell’intesa definitiva tra Stato e Regione, intesa che dipenderà prevalentemente dalla volontà del governo che si insedierà nelle prossime settimane e dalla stessa Regione Veneto”.”Se davvero il federalismo è tornato ad essere una priorità per Lega e centrodestra” sostiene Rotta, “non possiamo che esserne felici”.
“Quando la partita è stata del governo, l’unico a giocarla è stato quello a guida PD”, sottolineano i parlamentari Dem. “Ora, dopo il voto del 4 marzo, è corretto che siano le formazioni politiche vincitrici ad assumersi la responsabilità di proseguire il percorso. Da parte nostra, pur dai banchi dell’opposizione, non mancheranno gli stimoli e l’appoggio al processo di riforma. Auspichiamo che questo percorso non venga interrotto come avvenne nel 2008 con il governo di centrodestra in cui uno dei ministri era proprio Luca Zaia».
Hanno siglato il documento i parlamentari Roger De Menech, Alessia Rotta, Diego Zardini, Sara Moretto, Alessandro Zan, Gianni Dal Moro, Nicola Pellicani, Daniela Sbrollini, Andrea Ferrazzi e Vincenzo D’Arienzo.
Autonomia differenziata del Veneto
Pre-intesa Stato Regione. Documento dei parlamentari PD
I sottoscritti parlamentari veneti del Partito Democratico considerano la pre-intesa raggiunta tra la Regione Veneto e il governo italiano un primo atto concreto per il perseguimento dell’autonomia differenziata così come prevista dall’articolo 116 della Costituzione.
Lo stesso articolo 116 della carta costituzionale italiana al comma terzo prevede “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 119”.
Il principio dell’autonomia differenziata è stato introdotto nel 2001 con la riforma costituzionale voluta dal governo di centrosinistra che ha modificato il titolo V della Costituzione, riforma confermata dal voto popolare con il referendum costituzionale. Con la riforma sono stati posti su nuovi pilastri i rapporti fra lo Stato e le Regioni. Si è trattato di uno sviluppo dell’idea di regionalismo voluto dai padri costituenti: uno Stato nazionale, tante autonomie locali, differenziate fra di loro, in cui la differenziazione è la ragione profonda dell’autonomia. Un’autonomia che si esprime attraverso la gestione diretta di competenze e funzioni utili alla crescita del tessuto regionale e compatibile con la sua storia, funzioni e materie oggi esercitate direttamente dallo Stato.
Dal 18 ottobre 2001, data di approvazione della riforma costituzionale, a novembre 2017, pur avendo sventolato la bandiera autonomista che del resto la Costituzione prevede e riconosce, il Veneto non ha mai avviato alcun negoziato né fatto nessun atto amministrativo concreto per acquisire le competenze rivendicate, preferendo ai fatti e alla responsabilità che le nuove competenze comporterebbero, generiche dichiarazioni di intenti, particolarmente virulente quando il governo nazionale è stato retto da coalizioni di centrosinistra.
Nel 2008 l’attuale presidente della Regione si ritrovò da ministro nella privilegiata condizione di dar seguito alla richiesta di autonomia promossa nel dicembre del 2007 – quando lo stesso Zaia era ancora vice presidente di Giancarlo Galan. Purtroppo, all’epoca Luca Zaia e tutto il governo di centrodestra negarono l’avvio del negoziato tra Stato e Regione del Veneto.
Con il referendum consultivo del 22 ottobre 2017, per quanto ininfluente ai fini dell’avvio della trattativa finalizzata all’ottenimento dell’autonomia differenziata, la maggioranza degli elettori veneti ha confermato la volontà politica di ottenere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.
Contestualmente, con il referendum promosso dalla Provincia di Belluno, la maggioranza dei cittadini bellunesi ha chiesto per la provincia di Belluno l’attuazione di forme e particolari condizioni di autonomia rispetto alla Regione del Veneto in forza delle speciali peculiarità di territorio interamente montano e in ossequio allo Statuto regionale.
In data 28 febbraio 2018 governo e Regione hanno firmato l’accordo preliminare in merito all’intesa prevista dall’articolo 116 terzo comma della Costituzione per l’attribuzione alla Regione Veneto di particolari forme di autonomia.
La pre-intesa siglata da Regione e il governo di centrosinistra riguarda il trasferimento di materie (politiche del lavoro, istruzione, salute e tutela dell’ambiente) e competenze così come previsto dalla carta costituzionale e che, di conseguenza, sono state abbandonate dalla medesima Regione Veneto le richieste di trattenimento dei nove decimi del gettito fiscale, di conseguimento di uno statuto speciale e di trattenimento del residuo fiscale.
I parlamentari veneti del PD auspicano di conseguenza il conseguimento di un’intesa definitiva tra Stato e Regione Veneto per il trasferimento delle materie oggetto della trattativa in corso, delle relative competenze e risorse economiche e strumentali. Inoltre, sottolineano la necessità di un accordo tra la Regione Veneto e la Provincia di Belluno che tenga conto della volontà popolare e in grado di attuare quelle forme di autonomia per consentire ai cittadini, alle imprese e alle istituzioni della montagna di godere delle pari opportunità sociali ed economiche di chi vive in pianura.
Considerata l’importanza delle questioni sul piano politico, istituzionale e sociale, i sottoscritti parlamentari garantiranno tutto il proprio supporto al conseguimento dell’intesa definitiva tra Stato e Regione, rilevando tuttavia che la stessa dipenderà prevalentemente dalla volontà del governo che si insedierà nelle prossime settimane e dalla stessa Regione Veneto.
Venezia, 9 aprile 2018
On. Roger De Menech
On. Alessia Rotta
On. Diego Zardini
On. Sara Moretto
On. Alessandro Zan
On. Gianni Dal Moro
On. Nicola Pellicani
Sen. Daniela Sbrollini
Sen. Andrea Ferrazzi
Sen. Vincenzo D’Arienzo