D’Arienzo: L’ostello della gioventù chiude. Perché?
Dal 31 dicembre Villa Francescatti, a San Giovanni in Valle, non sarà più ostello della gioventù. Verona perde un altro pezzo della sua storia recente. Dopo 40 anni di attività di accoglienza, turistica e di solidarietà, l’immobile sarà venduto, anzi no.
La villa era stata donata negli anni 30 ad un istituto di suore affinchè ospitasse “orfani e giovinette” e, successivamente dal Vescovo Giuseppe Carraro venne concesso al Centro di cooperazione giovanile internazionale che lo ha utilizzato come ostello della gioventù.
L’attuale Vescovo, diversamente dai suoi predecessori, ha prima deciso di alienare la prestigiosa villa e poi, a fronte delle numerose proteste, di affidarla alla Caritas.
Ho partecipato alla festa di ringraziamento che il Centro di cooperazione giovanile internazionale ha organizzato per incontrare amici e collaboratori e salutare tutti coloro che in questi anni hanno dato una mano.
In tanti hanno contribuito a far sì che per quasi mezzo secolo l’ostello potesse svolgere il suo servizio a favore dei giovani, dei pellegrini e adesso anche dei migranti.
Un’esperienza di solidarietà che ha trasformato quel gioiello cinquecentesco in un angolo di ritrovo per tanti.
Un vero peccato chiuderlo negando, così, la volontà testamentaria della donatrice e quanto gli animatori del Centro hanno fatto e donato al territorio in maniera assolutamente volontaristica e senza scopo di lucro.
Mi è incomprensibile la scelta della Curia.
Mi hanno colpito le parole di Francesco Scarsini, indiscusso leader del gruppo: «non abbandoniamo la fede in quei valori che ci spinsero a piantare un seme di fraternità e di pace, a dare vita nella nostra città a un luogo aperto al mondo in cui tutti potessero sentirsi accolti».
Ecco, l’ostello era luogo di valori di accoglienza e protezione, valori che la Chiesa perora da secoli. Eppure, il Vescovo ha voluto chiudere tutto.
Non sono d’accordo con questa scelta e spero che si possa ancora tornare indietro.