On. D’Arienzo: Libia, anche gli USA devono agire
La difficile situazione libica ci dice che serve l’unità dell’occidente e impone un ruolo maggiore degli Stati Uniti nell’area del mediterraneo.
Fino a quando l’instabilità politica la farà da padrona, nulla sarà risolutivo per fermare l’incessante flusso migratorio.
Non ci sono dubbi che gli eventi avvenuti nel nord Africa, a partire dalle “primavere arabe” hanno sortito effetti negativi sulla stabilità dell’intera area costiera con ripercussioni sia sulle popolazioni locali sia per l’Europa, costretta non solo ad importanti investimenti, ma anche ad accogliere migliaia di persone che scappano da guerre e fame.
Il rischio è che anche gli investimenti non producano effetti se permane l’instabilità.
Il doppio problema è che da una parte l’Europa è matrigna sulla distribuzione dei migranti per quote nei vari Paesi dell’Unione e dall’altra gli USA con Trump hanno raffreddato l’interesse del predecessore Obama (appoggio Nato alla coalizione nel mediterraneo e ricerca del dialogo tra le fazioni libiche) verso la Libia ed il nord Africa in generale.
Questa doppia distrazione ci lascia a mani nude ad affrontare criticità rilevanti nei Paesi a noi vicini
e assolutamente da soli a fronteggiare le partenze dei barconi.
Questa complessità non si affronta con i respingimenti o altre vuote proposte, bensì agendo verso i partner di sempre per una soluzione comune.
A fine mese, a Taormina, ci sarà il vertice dei Paesi più industrializzati. Quella è l’occasione per parlare chiaramente.
Se l’Europa è un alleato fondamentale per gli USA, affrontare il dossier libico è una priorità, perché solo la stabilizzazione di quel Paese consentirebbe all’UE di guardare con maggiore fiducia agli interventi nel nord Africa.
Da questo punto di vista gli Stati Uniti non possono sottrarsi, devono avere un ruolo perché solo la pacificazione dell’area è condizione per guardare al mediterraneo complessivamente e non solo per pezzi: ieri l’Iraq, poi l’Egitto, la Libia e adesso la Siria.
In questo modo, si affronta solo l’emergenza contingente senza alcuna risposta globale.