On. D’Arienzo: Fondazione Arena, il sindaco uscente fa lo gnorri.

Pubblicato da il 11 Maggio 2017 0 Commenti

A poche settimane dall’inizio della stagione lirica, si sono ri-alzati i toni attorno al futuro della Fondazione Arena.

Da una parte i lavoratori, incolpevoli protagonisti della situazione critica e dall’altra il sindaco uscente.

Che sia un momento delicato per le fondazioni liriche, è un fatto. Come pure lo è l’adesione della Fondazione alle previsioni della legge cd Bray, sebbene ancora non sia giunta l’ufficialità dell’avvenuta accettazione.

La Fondazione Arena sta lottando da due anni per la sopravvivenza e ci sono stati sacrifici. Tra questi, i più rilevanti sono certamente l’interruzione delle attività nei mesi di ottobre e novembre (una specie di cassa integrazione) e la cancellazione, da gennaio, del corpo di ballo.

Un’inversione di tendenza c’è stata con l’arrivo del commissario Fuortes rispetto alla disastrosa gestione Tosi/Girondini.

Il fatto è che quei protagonisti in negativo ancora ritengono d’aver fatto bene il loro lavoro. Ma se così fosse la Fondazione sarebbe finita in queste condizioni?

Il sindaco uscente – con una buona dose di faccia tosta – nasconde che è proprio sua la responsabilità della crisi che sta vivendo la Fondazione perché negli ultimi dieci anni le sue scelte anziché farla vivere, l’hanno demolita.

Posso ricordare le roboanti affermazioni su Arena extra che avrebbe dovuto apportare capitali freschi che nessuno finora ha visto, oppure le decisioni artistiche che hanno pian piano svuotato l’anfiteatro, facendo crollare i paganti al minimo storico mai avvenuto in passato.

E chi non ricorda il sostanziale fallimento del centenario areniano? Doveva essere l’occasione del rilancio internazionale, i 100 anni della messa in scena dell’AIDA l’aspettavano tutti i melomani, tranne chi governava la Fondazione.

Tutto questo ha fatto schizzare i debiti in pochi anni da 11 a oltre 30 milioni di euro. Un disastro.

Non pago, il sindaco uscente propone di cedere la stagione estiva ad un gruppo di imprenditori che hanno presentato la loro offerta.

A me pare un disegno lucido più che una serie di eventi negativi. Infatti, delle due l’una: o si vogliono nascondere gli errori cedendo il tutto ai privati oppure si sono create le condizioni affinché i privati potessero presentare la loro offerta.

In entrambi i casi a sbagliare è stato il sindaco uscente e non coloro che nulla hanno avuto a che fare con le scelte di questi anni. Anzi, le hanno subite e adesso le pagano.