Filobus: il Cipe vuole tempi certi ma il Comune latita
A Roma l’iter del filobus è chiarissimo: esaminando le carte in tempi brevissimi e pazientando oltre ogni limite dettato dal buon senso sulle mancanze e sui ritardi del Comune, questo governo ha dato ampia dimostrazione di avere a cuore i temi del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile.
Come conferma la deputata Alessia Rotta: “Da Roma non ci sono ostacoli di nessun genere al proseguo dell’opera e alla scelta del veicolo alternativo full electric, come peraltro confermato da quanto emerso dalla seduta del pre Cipe del 4 agosto. Il Cipe però vuole che, dato il forte ritardo nel far partire l’opera (è dal 1996 che è stato concesso il finanziamento), venga ridefinito l’accordo procedimentale tra Comune, Amt e Mit che stabilisca tempi certi per la conclusione dell’opera”.
Come ha chiesto più volte il consigliere di amministrazione Amt Giulio Saturni quello che ancora manca per superare gli ostacoli che separano dalla conclusione dell’iter è una cabina di regia comunale capace di tenere costantemente attivati e coordinati i diversi settori e le varie competenza che risultano necessarie al completamento di un’opera che è strettamente interrelata con lo sviluppo della città, a partire da Agsm, il cui parere è’ arrivato solo ieri, passando per la Provincia e arrivando ad Atv. Serve approntare il piano della mobilità cittadina e quello del trasporto pubblico tenendo conto che il filobus comporterà importanti modifiche strutturali destinate a cambiare abitudini e comportamenti di veronesi e turisti. Ad esempio, il Comune deve ancora rispondere ad Amt per quanto riguarda il recepimento di alcuni elementi di dettaglio relativi al progetto esecutivo del primo stralcio dei lavori consegnati ormai sette mesi fa, il 18 gennaio, che di fatto stanno impedendo l’inizio effettivo dei lavori.
Aggiunge la consigliere Elisa La Paglia: “Ad oggi manca ancora la validazione del progetto esecutivo nel suo complesso e il prolungarsi delle soluzioni ai problemi attiene principalamente a mancanze del Comune come ad esempio la bonifica dell’area della Genovesa dove è previsto il deposito del filobus. Il Comune, socio al 100% di Amt di cui ha nominato presidenti e direttori negli ultimi 9 anni (Mariotti, Zanella, Ederle) non ha ancora sciolto nodi importanti e critici come Città di Nimes, la strettoia di San Paolo, i parcheggi scambiatori, l’impatto della filovia sulla viabilità di via Mameli per cui manca completamente un’analisi delle modificazioni del traffico. Lo sviluppo commerciale di Verona Sud non è stato pianificato e coordinato con il trasporto pubblico, altra occasione persa di attenzione ai quartieri. Anche il mancato ribaltamento del casello di Verona Sud, anche parziale, limiterà l’utilizzo del parcheggio della Genovesa e del filobus. Questo non è trasporto integrato. Il Sindaco cominci ad occuparsi delle richieste del Ministero per l’erogazione dei fondi e provveda a fare la sua parte”.