Cultura a Verona, sistema malato che ci condanna alla marginalità

Pubblicato da il 27 Maggio 2019 0 Commenti


Estate teatrale ferma, Teatro nei Cortili senza riforma, Camploy svuotato di compagnie e di senso, Scavi Scaligeri ancora chiusi, Fondazione Arena perennemente in panne dove invece di seguire il merito si seguono i pifferai magici. La cultura veronese sta subendo la stessa mancanza di visione che ha già impantanato le aziende partecipate, dove l’amministrazione non lavora per massimizzare l’interesse della città ma per massimizzare l’occupazione dei cda.
Allo stesso modo in campo culturale ogni buona proposta viene immobilizzata, se con Tosi non avevamo un assessore alla cultura oggi ne abbiamo uno senza assessorato.
L’Estate Teatrale è la vittima più eccellente di questo sistema malato: un anno e mezzo per fare un bando già zoppo, uscito sotto le feste natalizie e poi prorogato giocoforza di 10 giorni dietro nostra richiesta. Altri cinque mesi per formare e convocare la prima riunione della commissione tecnica di valutazione.
E’ chiara la volontà di condizionare politicamente i meccanismi della produzione culturale. Ma è chiaro anche che questa amministrazione non ha la volontà e le capacità di gestire un investimento in cultura e il risultato è l’immobilismo. Questo il mix micidiale che condanna Verona alla marginalità.
Soprattutto nel periodo estivo, quando la nostra città potrebbe essere attrattiva in tutta l’area metropolitana del Baldo-Garda, c’è chi si accontenta di essere ancora la provincia di Venezia. Al contrario dei nostri antenati che escogitavano ogni modo per guadagnare protagonismo e centralità.
Non a caso da un pezzo Fondazione Cariverona preferisce investire direttamente in cultura e non passare più dal Comune, come darle torto?
Elisa La Paglia, consigliera comunale Pd