AUTONOMIA Zardini: «Ora ripartire dalle 7 materie proposte dal Partito Democratico»

Pubblicato da il 13 Settembre 2022

«Il percorso dell’autonomia del Veneto riparta immediatamente con la nuova legislatura prendendo come base le proposte avanzate in primavera dal Partito Democratico del Veneto». A chiederlo il deputato veneto Diego Zardini che, ricorda, «come gli unici passi avanti su questo tema siano stati fatti grazie ai governi del centrosinistra, Gentiloni e Conte II».

«Il Veneto deve lavorare per ottenere le funzioni e le risorse su alcune materie chiave, non su tutte,  per la struttura sociale ed economica della nostra regione, deve avviare un confronto con cittadini, istituzioni locali e imprese degli effetti del trasferimento di competenze e, infine, istituire una commissione speciale del Consiglio regionale a supporto delle iniziative della giunta nella trattativa con lo Stato».

Le competenze richieste non sono mai state oggetto, funzione per funzione, di un dibattito pubblico con i diversi portatori di interesse per misurarne il valore, la stessa utilità o eventuali criticità. Per questo, dice Zardini, «è necessario concentrare l’iniziativa su alcune competenze proprio in funzione delle esigenze di crescita e rafforzamento della struttura produttiva regionale».

Queste le sette competenze richieste dal PD del Veneto: politiche attive del lavoro; integrazione tra politiche attive e politiche passive; organizzazione delle fondazioni ITS; sistema integrato di istruzione professionale e di istruzione e formazione professionale; internazionalizzazione delle imprese; governo del territorio in funzione della rigenerazione urbana; prevenzione del rischio sismico

Tra le altre iniziative il Pd propone l’avvio di una consultazione e di un confronto con le forze economiche e sociali, le categorie produttive e i portatori di interesse sulle esigenze per migliorare il rapporto tra la Regione e istituzioni locali, enti, cittadini e imprese alla luce dell’eventuale trasferimento di competenze.

«Le risorse devono essere conseguenti alle scelte fatte», conclude il deputato. «Le competenze richieste su specifiche materie e per determinate funzioni comportano il trasferimento su scala regionale delle relative risorse umane, materiali logistiche e finanziarie. L’obiettivo non può che essere il miglioramento della vita dei cittadini e un rapporto più semplice con la pubblica amministrazione».

Rimangono valide le ragioni di fondo a sostegno di un’attuazione equilibrata del regionalismo differenziato, vale a dire la valorizzazione, all’interno della cornice unitaria dello Stato, delle diverse capacità dei diversi livelli di governo in modo che i cittadini possano ottenere, nel rispetto del principio di sussidiarietà, i migliori servizi dal livello di governo più adeguati ed efficiente in quel settore.