Nuova sede della Questura: luci e ombre della proposta

Pubblicato da il 22 Gennaio 2022

La ratio della proposta nuova sede della Questura e della Polizia di Stato di Verona è chiarissima. Gli obiettivi di riduzione della spesa per affitti (1 milione di euro circa) e di razionalizzazione delle sedi oggi disperse in Lungadige Galtarossa e Via San Vitale appaiono perfettamente razionali (sebbene ad oggi non sia ancora chiaro il destino della sede di San Vitale, che potrebbe rimanere nella disponibilità della Polizia di Stato secondo quanto fatto intendere dall’assessore Segala).

 

Tuttavia la scelta del quartiere di San Bernardino (la ex caserma) pone delle criticità sotto più aspetti (della vivibilità del quartiere, della fruibilità del patrimonio Unesco e dell’adeguamento del Piano del traffico e dei parcheggi) che devono essere affrontate prima di dare il via libera al progetto, non tanto perché lo chiede il Pd o la Prima Circoscrizione, ma perché emergono dagli atti ufficiali della conferenza dei servizi.

 

 

  1. Parcheggi: a fronte di un flusso giornaliero ordinario di circa 500 utenti (di cui 300 afferenti all’ufficio immigrazione) vengono previsti soltanto “35 posti auto in via Circonvallazione e possibili 16 ulteriori in via S. Pellico”. Anche considerando tutte le circostanze (molti utenti vengono con i mezzi pubblici o in bicicletta, la posizione della nuova questura sarà più centrale rispetto all’attuale, ecc.) la previsione appare ottimistica, con la conseguenza molto probabile di saturare il parcheggio scambiatore di Porta Palio, importante nodo di scambio anche intermodale per il passaggio dall’auto alle bici del bike sharing comunale, per chi viene a lavorare dentro le mura della città. Il timore è suffragato dal parere del Settore Patrimonio del Comune di Verona al quale “risulta che il Demanio stia valutando di ricomprendere anche i terreni di Porta Palio allo scopo di reperire gli standard a parcheggio”.

 

  1. Traffico. Parimenti controversa appare la stima degli effetti del traffico indotto. Si stima che il flusso massimo di traffico si avrà tra nella fascia oraria 6.30- 14.30 e sarà composto da 250 mezzi. La soluzione proposta è quella di “suddividere i flussi in più accessi differenti, fino ad un numero pari a 3 accessi differenti”. In questo modo, secondo lo studio, si determina un picco teorico massimo di 62 mezzi per ogni accesso, che sarebbe “facilmente assorbile dal traffico locale delle viabilità via silvio Pellico, via Aurelio Saffi e Via Mura San Bernardino, escludendo la più congestionata circonvallazione”.

 

  1. Interferenze con il patrimonio Unesco: su questo esiste un dettagliato parere dell’Ufficio di riferimento che richiama il contenzioso aperto nel 2014 con l’Unesco per l’Hotel Lux che si trovava nella “buffer zone”. Nel caso della nuova Questura, scrivono gli uffici, l’intrusività rispetto alla cinta muraria sarebbe ancora maggiore. In generale, “l’impatto della nuova Questura sulla gestione di questa porzione Unesco sarebbe molto rilevante”. Gli uffici chiedono pertanto di valutare “l’impatto sull’intera area compresa tra Porta Palio e Porta San Zeno”. E considerano “altresì opportuno indagare in modo più analitico ed obiettivo la sostenibilità del progetto rispetto alla mobilità dei pedoni e dei mezzi di trasporto, essendo le misurazioni proposte nella bozza progettuali troppo ottimistiche e superficiali”.

In particolare,  la possibilità di suddividere i flussi in tre accessi differenti con un picco teorico massimo di 62 mezzi per ogni accesso, equivale ad “ammettere che in questa viabilità fragilissima, davanti alla cinta muraria Unesco si può formare una fila di auto della lunghezza stimabile di 200 metri sulla stessa corsia di scorrimento del traffico in circonvallazione Maroncelli oppure, peggio, nelle vie interne al quartiere residenziale”.

 

Hanno chiesto approfondimenti anche altre direzioni, a partire dall’Ambiente. La stessa Direzione Mobilità e Traffico evidenzia “la necessità che già nella presente fase il progetto sia accompagnato da un dettagliato studio del traffico che valuti le ricadute dei carichi veicolari indotti sul sistema della viabilità e sul sistema della sosta nonché l’impatto sul flusso di traffico dei mezzi privati e del trasporto pubblico locale”. In pratica anche loro dicono che le stime presentate nella relazione non sono sufficientemente dettagliate.

 

Ciò a dimostrare che su questo progetto non ci sono fazioni pro o contro, c’è soltanto la constatazione di una serie di criticità che vanno affrontate. Ciò che non fa lo studio preliminare, che ipotizza di calare l’intervento a costo zero, senza alcun bisogno di adeguare la viabilità e la mobilità esistenti. Eppure parliamo di un intervento vasto e complesso, che riguarda il trasferimento di 500 lavoratori su una superficie di  22.125 metri quadrati oggi abbandonata.

L’amministrazione dovrebbe essere la prima a muoversi, ma come al solito fa il pesce in barile in attesa che i problemi si risolvano da soli.

Elisa La Paglia, consigliera comunale Pd Verona

Andrea Trombini, Franco Cacciatori, Renzo Bellotti, consiglieri Prima Circoscrizione Pd