SBOARINA, I BOTTI E L’ORDINANZA CHE FA RIDERE I POLLI

Pubblicato da il 10 Gennaio 2022
Il sindaco Sboarina non poteva non chiudere l’anno senza un altro provvedimento sconclusionato ed insensato. Stiamo parlando dell’ordinanza che limita l’uso di materiali esplodenti, botti, fuochi d’artificio e giochi pirotecnici. Un’ordinanza che ovviamente non è stata rispettata perché priva di alcuna logica pratica.
Nello specifico l’ordinanza prevede il DIVIETO di accendere fuochi pirotecnici e botti vari:
“ad una distanza inferiore di 500 metri da luoghi di ricovero, cliniche, ospedali, case di cura e di riposo, scuole (limitatamente agli orari delle lezioni scolastiche)” e qui si presuppone che ogni singolo veronese sappia dove sono situati tutti i luoghi di ricovero, ma la cosa più interessante deve ancora arrivare. Infatti l’ordinanza prevede il DIVIETO di accendere fuochi pirotecnici e botti vari:
“ad una distanza inferiore di 500 metri da: aree naturalistiche e oasi protette, spazi verdi e strutture destinate ad animali d’affezione o in cui viene tutelata la fauna selvatica” e qui ci domandiamo di quali spezi verdi si tratti. Di una aiuola? Di un giardino pubblico? Di una rotonda con giardino? Di un parco giochi? E si presuppone che ogni veronese conosca ogni struttura che accudisca animali, che spesso si trovano in condomini. Ma poi l’ordinanza vieta anche i botti “in presenza di animali domestici o animali vaganti, nonché in direzione degli stessi presenti sulla pubblica via, nei luoghi aperti al pubblico dei centri abitati” quindi occorre che una persona prima di far scoppiare un petardo, faccia il giro di tutto l’isolato per verificare che non vi siano cani o gatti. Insomma una cosa senza alcun senso
La verità è che il sindaco poteva tranquillamente fare a meno di una ordinanza così inutile che infatti non è assolutamente servita a nulla. Se avesse veramente voluto prendere provvedimenti contro i botti avrebbe dovuto impedirne l’uso su tutto il territorio comunale e avrebbe dovuto fare come avviene in alcune città d’Italia. Il sindaco di Gravina ad esempio ne ha proibita la vendita dal 23 dicembre al 7 gennaio. Questo sì che sarebbe stato uno strumento per disincentivarne l’utilizzo. Ma il sindaco ha preferito firmare un’ordinanza inutile senza né capo né coda
 
Federico Benini 
Capogruppo PD consiglio comunale