IL PUNTO DEL SEGRETARIO

Pubblicato da il 14 Febbraio 2021

Tecnico sarà lei!

Le risorse dall’Europa merito del PD

 Secondo il rapporto Prometeia del 9 febbraio l’industria manifatturiera italiana chiuderà il 2020 con un calo tendenziale del giro d’affari del 10.2%, una contrazione consistente, comunque  in linea con quanto accaduto anche in Francia, Germania e Spagna e che tuttavia è quasi la metà di quella subita ai tempi della grande recessione del 2009 (-8.8%). Nel periodo agosto-novembre, pur in presenza di rilevanti differenze tra settori, il fatturato manifatturiero si è riposizionato sui livelli pre-Covid (-0.4%)

Si dirà: possibile che il Coronavirus abbia causato meno danni della bolla immobiliare e dei mutui subprime? Sì, ma solo relativamente: all’appello manca naturalmente tutta la variegata e ampia componente dei servizi, che risente di più dell’industria del perdurare delle restrizioni anti Covid, della scarsa reperibilità dei vaccini e della ancora flebile domanda sia interna che estera: fattori che inducono il centro studi di Confindustria a posticipare a metà 2021 l’inizio della ripresa economica per l’Italia.

Diverso, soprattutto, è stato l’approccio alla crisi: la sospensione di quella sorta di darwinismo sociale che si verificava ad ogni crisi economica ha portato, almeno in Europa, a schierare un montante di risorse senza precedenti per arginare gli effetti sociali del Covid: in dieci mesi, dal marzo 2020 ad oggi, sulla base delle disposizioni di Governo, l’Inps ha erogato 33,5 miliardi di euro a supporto delle attività economiche e delle famiglie con sostegni che hanno interessato circa 15 milioni di beneficiari. Per il rilancio e la conversione dell’economia l’Europa ha messo a disposizione 750 miliardi di euro.

Non tutti si sono salvati: nel corso del 2020 la povertà assoluta, cioè le persone che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, è crescita di quasi il 50% passando da 4,6 milioni di poveri assoluti nel 2019 (di cui 1,1 milioni bambini) a 6,6 milioni a fine 2020. Il debito pubblico è schizzato di 25 punti; l’occupazione è calata soprattutto per effetto dell’uscita dal mercato del lavoro di donne e giovani. L’agenzia regionale Veneto Lavoro stima che ai circa 140 mila disoccupati che fisiologicamente si registrano ogni anno in regione, nel 2021 i servizi per l’impiego veneti dovranno far fronte alla domanda di supporto di circa 60 mila persone in più, per un totale di 200 mila disoccupati, 40 mila dei quali derivano dai posti persi nel 2020 in confronto con il 2019 e altri 20 mila come conseguenza stimabile dello sblocco dei licenziamenti.

Il “bazooka” schierato nel 2020 dal governo italiano è dunque riuscito a contenere il Covid ma la guerra ha lasciato molte vittime sul campo. Non fingere di dimenticarsi di loro, recuperare, ad una vita dignitosa e alla speranza di un futuro migliore milioni di persone colpite dalla crisi, soprattutto donne e giovani, è una missione che il nuovo governo si avvia ad affrontare e che di tecnico non ha proprio nulla.

Significa dare un nuovo e più efficace assetto agli ammortizzatori sociali prima di togliere il blocco dei licenziamenti; significa scegliere di non continuare a riversare nel settore residuale dei “servizi”, poco o per nulla regolato, gli esuberi delle ristrutturazioni aziendali, significa lavorare affinché si verifichi finalmente la transizione verso un lavoro di qualità e un’economia più rispettosa dell’ambiente di cui si parla da decenni.

Per questo c’è l’altro bazooka del Recovery Plan, che faciliterà il cammino del governo Draghi  e la concretizzazione di queste scelte. Diciamolo però una buona volta. Sono soldi che l’Italia ha ottenuto grazie alla filiera tra Roma e Bruxelles costruita dal Pd in anni di azione politica seria e responsabile, che ha finito per cambiare di segno al progetto europeo e guadagnare all’Italia una nuova credibilità. Altri, che solo oggi si convertono all’europeismo, erano troppo occupati a lucrare consensi demonizzando l’Europa e flirtare con i peggiori governi illiberali.   

 

Maurizio Facincani

Segretario Provinciale