Tamponi. No test rapidi per personale sanità e Rsa.

Pubblicato da il 17 Gennaio 2021

La Regione Veneto si conforma alle direttive nazionali. Bisato: «Era ora»

Padova, 16 gennaio 2021

La Regione del Veneto finalmente si adegua alle direttive nazionali sui tamponi rapidi. Una lettera della direzione regionale sulla sanità alle Ulss (allegata al presente comunicato) specifica il bando dei tamponi antigenici di prima e seconda generazione per lo screening periodico del personale sanitario e nelle case di riposo indicando come unica via quella dei tamponi antigenici di terza generazione e dei molecolari.

«Era ora», afferma il segretario regionale del Pd, Alessandro Bisato. «Ed è giusto che la diffida inviata nei giorni scorsi dal sindacato dei medici ospedalieri Anaao abbia sortito gli effetti sperati. Dispiace solo che  si debba arrivare a evidenziare tensioni e a lanciare allarmi pubblici pur di veder riconosciute le proprie ragioni». 

Da mesi medici e infermieri chiedevano l’utilizzo dei tamponi molecolari per il personale sanitario impiegato nelle strutture pubbliche, private, negli ambulatori e nelle Rsa per limitare il numero di falsi negativi. 

«La contraddizione del presidente della Regione che definisce eroi gli addetti del settore sanitario, ma non gli fornisce i mezzi per operare al meglio, almeno in parte si è risolta e va dato atto all’Anaao di aver  mantenuto il punto con fermezza».

Comunque restano ancora «aspetti scoperti molto importanti», ricorda Anna Maria Bigon, vice presidente della commissione sanità in Consiglio regionale. «Nelle case di riposo non viene reso obbligatorio l’uso dei tamponi di terza generazione o dei molecolari anche per gli screening periodici degli ospiti e questo è molto grave. Inoltre per lo screening del personale sanitario non viene specificato quando usare il test antigenico di terza generazione e quando il molecolare come se fossero del tutto sovrapponibili ed invece alla stessa lettera è allegata una circolare del Ministero con cui ribadisce che lo standard restano i molecolari». 

Va ricordato, infine, che tutte le prese di posizione del Partito democratico così come dei sindacati riguardavano l’uso dei tamponi antigenici rapidi per il testing del personale sanitario e nelle Rsa. L’uso dei rapidi per la popolazione generale era oggettivamente l’unica soluzione visti i numeri enormi non sostenibili con le capacità dei laboratori di microbiologia.