In Veneto quattro bimbi su cinque senza un posto al nido La Paglia: “In provincia di Verona anche tante scuole partite senza mensa e rientro pomeridiano”

Pubblicato da il 18 Settembre 2020

– “Questo appena iniziato per molti bambini è il primo anno all’asilo. Se è comprensibile l’iniziale limitazione di orario dovuta alla pandemia in atto, non lo è che quattro bimbi su cinque non abbiano un posto. E non lo è neanche che molte scuole siano senza servizio mensa e non abbiano il tempo pomeridiano, una mancanza diffusa in questo avvio di anno scolastico al tempo del Covid che sta mettendo in crisi molte famiglie del territorio veronese”.

Elisa La Paglia, consigliera comunale e candidata alle elezioni regionali, ricorda che garantire la copertura di asili nido e di servizi scolastici è fondamentale per combattere la crisi della natalità e dell’occupazione femminile. “Intanto mi spiace dover constatare che molte scuole dell’infanzia siano partite senza tempo prolungato e senza mensa. Cito le Segala, partite senza la metà dei rientri pomeridiani. Comprendiamo le difficoltà legate all’emergenza Covid, ma si può e si deve organizzare un servizio di refettorio in sicurezza per le famiglie che hanno necessità di lasciare i bambini a scuola fino al pomeriggio”.

In merito alla carenza di posti negli asili nido, La Paglia snocciola i dati del Rapporto statistico 2019 della Regione Veneto, dal quale emerge l’insufficienza di posti disponibili negli asili nido e servizi per la prima infanzia. “Dal rapporto emerge che in Veneto il numero di posti copre il 21,2 per cento degli utenti potenziali, un abisso rispetto agli obiettivi fissati dall’Ue con una copertura di almeno il 33 per cento – sottolinea -. È inoltre ingente la quota di spesa di cui si fanno carico le famiglie per contribuire ai costi del servizio. Il 26,2 per cento della spesa complessiva contro il dato medio italiano che è del 19,4 per cento. Anche sommando i servizi integrativi e i bambini anticipatari, il Veneto rimane fanalino di coda del Nord Italia. Finora la politica in Veneto ha delegato ai nonni: più posti e minori costi dev’essere l’obiettivo prioritario, sostenuto con una seria pianificazione e investimenti mirati, di chi governerà la Regione nei prossimi anni”.

Che gli investimenti, in questi anni, non ci siano stati lo dice lo stesso rapporto della Regione Veneto, sottolineando che dal 2004 al 2017 i dati relativi ai posti negli asili nido sono peggiorati di ben 6 punti percentuali. “I numeri confermano il rapporto Istat del 2014, dal quale già era emersa una panoramica sconsolante – rimarca La Paglia -. In provincia di Verona ci sono Comuni dove la percentuale di posti per i bimbi da 0 a 2 anni è addirittura pari a zero. Citiamo Bonavigo, Brenzone, Boscochiesanuova, Brentino Belluno, Cazzano di Tramigna, Dolcè, Erbezzo, Cazzano di Tramigna. Ma tanti altri hanno percentuali di posti irrisorie, che non superano il 20 per cento. E qui la lista sarebbe lunghissima: Castelnuovo del Garda, Oppeano, Vigasio, Buttapietra, Cerea, Fumane, Grezzana, Illasi, Mozzecane, San Giovanni Lupatoto, San Martino Buonalbergo, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Zevio. Anche Comuni importanti, dunque, non riescono a garantire servizi di sostegno alle famiglie incrementando l’offerta pubblica negli asili nido. Paradossalmente sono le strutture private a ottenere i maggiori contributi regionali. Dai dati emerge, infatti, che nel 2020 sono stati finanziati 761 servizi educativi per la prima infanzia, con una dotazione complessiva di 23.907 posti (il 21 per cento dei bimbi da 0 a 2 anni). Agli asili nido pubblici sono andati 7,6 milioni di euro, mentre ai nidi privati convenzionati sono arrivati oltre 10 milioni di euro. Il risultato? In Veneto le famiglie non solo faticano a trovare posto nei nidi per i loro figli, ma sono costrette ad accollarsi anche una maggiore spesa rispetto ad altre regioni d’Italia”.