Nuovo ampliamento Cà Vecchia: a Verona i disagi e i costi, agli altri i profitti e le mitigazioni.  L’amministrazione si faccia carico dei Tir giornalieri alle basse di San Michele e dell’ambiente

Pubblicato da il 5 Agosto 2020
Lo scorso 7 luglio la maggioranza comunale ha voluto bocciare la mozione delle minoranze, primo firmatario Bertucco, che chiedeva di incaricare un tecnico per verificare il progetto di ampliamento della discarica di Cà Vecchia, presentato lo scorso marzo da Progeco Ambiente Srl alla Regione Veneto e valutato dagli uffici comunali senza che questi abbiano sollevato alcuna osservazione di particolare rilievo come del resto ha fatto la Giunta al completo.
Ora chiediamo che l’amministrazione si faccia carico delle conseguenze di questa sua decisione, a nostro avviso superficiale, alla luce dei disagi e dei costi che graveranno sulla popolazione e sulle casse comunali. L’ampliamento della discarica prevede infatti lo smaltimento di ulteriori 745.500 metri cubi di rifiuti in 7,5 anni (in aggiunta ai 1.536.077 metri cubi già autorizzati nel 2009) il che significa che continueranno a circolare ogni giorni dai 25 ai 30 camion in via Sasse.

L’unico accesso alla discarica (che solo amministrativamente si trova nel Comune di San Martino Buon Albergo) avviene da via Sasse, strada del Comune di Verona collegata tramite Cà del Bue con la tangenziale sud, sulla quale negli ultimi 10 anni sono già transitati circa 49.500 camion, più o meno 23 al giorno, per un totale di 1,4 milioni tonnellate di rifiuti trasportati.

Della manutenzione della strada si è sempre fatto carico il Comune di Verona. Nessuno si è accorto che nel piano finanziario non c’è un euro per i progetti di sistemazione di via Sasse, già del resto bocciati dal Consiglio Comunale nel 2013 perché solo funzionale alla discarica e più probabilmente funzionali all’impianto di trattamento rifiuti con capannoni, su area agricola,  di 17.000 metri quadri e 17 metri di altezza.

La situazione dunque è la seguente: negli ultimi dieci anni il Comune di San Martino ha introitato oltre 4 milioni di euro di ecotassa e con questo trend continuerà ad introitare 400 mila euro l’anno; il piano finanziario per l’ampliamento della discarica  prevede costi della bellezza di 93 milioni di euro con un utile d’impresa di ben il 10%, mentre al Comune di Verona, nelle condizioni attuali, resterà in carico perfino la manutenzione della strada. Agli altri i vantaggi a noi i disagi.

Tre sono sostanzialmente le nostre richieste: che il Comune venga indennizzato con metà dell’ecotassa, da dividere con il Comune di San Martino da gestire per l’ambiente in Circoscrizione; che si metta nero su bianco una volta per tutte che questo sarà l’ultimo ampliamento concesso alla discarica, quindi servono dati certi sullo stato dell’inquinamento. Peraltro serve  individuare i responsabili degli inquinamenti che emergono una volta ogni dieci anni. Terzo: che venga definitivamente abbandonato il progetto di Adige Ambiente S.r.l. per un impianto stoccaggio recupero e smaltimento rifiuti industriali, posizionato al confine con la discarica.

Stefano Vallani, consigliere comunale Pd
Carlo Pozzerle, consigliere Pd Settima Circoscrizione