Bigon: “Case di riposo Verona: servono test, tamponi e l’isolamento in sicurezza dei positivi”

Pubblicato da il 6 Aprile 2020

L’emergenza è iniziata oltre un mese fa, ma per troppo tempo non è stato fatto neanche un tampone agli anziani e ai dipendenti delle case di riposo: secondo i dati dell’Ulss 9 in provincia di Verona 29 case di riposo su 73 hanno problemi di positività al loro interno, tra ospiti e personale, ma non ci sono certezze sulle altre 44. Ci sono già stati 60 decessi, 25 in casa di riposo e 35 in ospedale; adesso gli ospiti positivi sono 254, 19 i ricoverati a cui si sommano 105 dipendenti positivi e altri 95 in quarantena. Pescantina, qualche giorno fa, non aveva problemi: adesso, all’interno, i positivi sono oltre cinquanta!

Sono numeri drammatici su cui è doveroso intervenire immediatamente per non aggravare ulteriormente la situazione.

Per questo motivo ho chiesto alla Giunta regionale garanzie sulla tempistica e una forte accelerazione: è stato aperto il laboratorio di analisi di San Bonifacio, non ancora quello di Villafranca. È stato detto che a breve partiranno i test rapidi e, se positivi, verranno fatti i tamponi. Quando e a chi? Saranno controllati tutti gli ospiti e i dipendenti?

Occorre procedere a tappeto, ma per davvero, nelle case di riposo, al fine di isolare i positivi. Dobbiamo mettere in sicurezza le persone ed evitare l’ulteriore diffusione del contagio.

Per quanto riguarda il personale, già carente normalmente, adesso in molti sono a casa in attesa del risultato del tampone per poter rientrare al lavoro e c’è chi è in attesa da oltre 10 giorni.

La rapidità e l’efficenza del modello vento, celebrate da Zaia durante ogni conferenza stampa, si scontrano con la realtà, mentre le case di riposo si trovano con gli organici ridotti all’osso e senza uno screening adeguato dei pazienti.