Caso Povegliano, vaccini: chiusa la vicenda medica si apre quella politica. Richiamo alla responsabilità di tutti

Pubblicato da il 5 Settembre 2019 0 Commenti

Il lieto fine verso cui sembra finalmente avviata la vicenda della piccola di Povegliano Veronese colpita da tetano a seguito di una banale sbucciatura al ginocchio, segna la fine della vicenda medica ma apre un importante capitolo per quanto riguarda il confronto pubblico e politico.

Insieme, partiti, cittadini e movimenti dobbiamo dire “basta” con la speculazione politica sui vaccini, basta con le delegittimazione delle istituzioni mediche, scientifiche e giuridiche della Repubblica.

Su casi come quello di Povegliano portano gravi responsabilità i politici che hanno cavalcato credenze prive di fondamenti scientifico, come quelle sui vaccini trasformati in oggetto di scontro politico. Ma anche la leggerezza e la superficialità con cui è stata introdotta, in tante Regioni, Veneto compresa, la cosiddetta libertà vaccinale, che non significa libertà di scelta, ma consapevolezza nella scelta.

Solitamente abili nella comunicazione, chi ha governato il Veneto negli ultimi anni (l’atto di abolizione dell’obbligatorietà, per quanto riguarda la nostra Regione, è del 2007, assessore alla Sanità era il veronese Tosi) ha mancato clamorosamente l’obiettivo di informare adeguatamente la popolazione. Risultato: in Veneto la popolazione vaccinata cresce sì, ma molto lentamente, e restiamo lontani dai livelli in cui scatta la cosiddetta “immunità di gregge”.

Occorre pertanto ribadire che i vaccini sono necessari e vanno fatti. E’ necessario coinvolgere maggiormente i pediatri. A difesa di questa linea, che i governi di centrosinistra hanno avuto la forza di marcare in tempi di emergenza anche a scapito di un poco di popolarità, devono scendere in campo innanzitutto le istituzioni locali, Sindaci e amministratori, con campagne di sensibilizzazione capaci di coniugare l’informazione con la fermezza.

Il prossimo banco di prova sarà l’avvio ormai imminente del nuovo anno scolastico. Per le famiglie che non vaccinano i bambini non c’è una linea dura e una linea morbida, c’è soltanto una linea giusta che è quella di vaccinare i bimbi.

Anna Maria Bigon, consigliere regionale Pd