D’Arienzo: collettore, fondi diversi, difformità progettuale (e rischio finanziamenti?)

Pubblicato da il 19 Luglio 2019 0 Commenti

L’Azienda Gardesana Servizi ha cambiato il progetto del nuovo collettore fognario del Lago di Garda decidendo di posare i tubi di nuovo nel lago e non sulla terraferma com’era stato stabilito.

Ho depositato un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente per sapere se la procedura seguita è corretta.

A suo tempo, il Ministero dell’Ambiente aveva “condiviso” e chiesto i finanziamenti sul presupposto, che costituiva e costituisce una significativa miglioria rispetto allo stato di fatto, che il nuovo collettore non fosse installato nel lago.

Una prima novità riguarda proprio i fondi. Prima erano stati decisi dal CIPE a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione, adesso, invece, sono stati sostituiti con risorse ordinarie dello stesso Ministero dell’Ambiente e valere sull’art. 1, Comma 140 della legge 232/2016 (fondo infrastrutture). Una decisone curiosa, ma l’importante è che i soldi siano rimasti.

Il progetto preliminare posto a base della gara di progettazione definitiva – redatto a suo tempo dalla società poi risultata non aggiudicataria – prevedeva il posizionamento del nuovo collettore fognario sulla terraferma ed in parte nel suolo sottostante la rete stradale esistente, per evitare impatti negativi con lo speco acqueo del lago. Ovviamente, anche il progetto di fattibilità tecnico economica relativo alla gara bandita nel 2018 per la progettazione definitiva non poteva essere difforme da quello fino a quel momento conosciuto.

Scopriamo, invece, che la progettazione definitiva prevede che per alcuni tratti il collettore sarà posizionato nella parte antistante le rive del Lago.

In soldoni, il nuovo progetto differirebbe dal progetto “condiviso” nella programmazione del Ministero dell’Ambiente, dalla fattibilità tecnico economica posta a base della gara, dalle impostazioni di offerta presentate dagli offerenti (compreso l’aggiudicatario) in fase di gara per la progettazione definitiva e, presumibilmente, anche dalle previsioni di contratto con l’aggiudicatario, la cui offerta dovrebbe essere allegata al contratto quale parte integrante dello stesso.

Una cosa strana. Per questo ho presentato un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente. Gli ho chiesto di sapere:

  • se il progetto definitivo è stato redatto come previsto nella programmazione del Ministero dell’Ambiente e oggetto a suo tempo dell’autorizzazione CIPE, dal bando di gara e dal contratto oppure in maniera diversa da quanto stabilito;
  • se a fronte delle possibili variazioni progettuali, la procedura stabilisca un ulteriore e nuovo vaglio autorizzativo e se questa nuova valutazione sia stata chiesta.

Per me è una soluzione assolutamente sbagliata che in futuro farà “tornare a galla” gli stessi problemi del collettore attuale. Possibile che l’esperienza non insegni nulla? E poi, se il progetto cambia dopo aver ottenuto il finanziamento e poi svolto la gara, siamo sicuri che non servano nuove autorizzazioni?

E siamo sicuri che la nuova progettazione avrebbe lo stesso valore economico di quella precedente sulla quale, invece, è stata effettuata la gara medesima?

E’ molto probabile che quel valore sarebbe stato diverso se la gara fosse stata svolta sul progetto che si sta portando avanti adesso.

Infine, c’è un aspetto che mi preoccupa. Come è noto i grillini sono contrari al progetto. I responsabili AGS hanno valutato che se dovesse essere chiesta una nuova autorizzazione o anche per il fatto che è in corso di rivisitazione l’ipotesi iniziale, questi che adesso sono al Governo possono tornare sul tema per portare a termine la loro contrarietà?

Sarebbe un colpo durissimo per il lago e per tutti noi.