Variante 23 rimodulata: incapaci di promuovere l’interesse pubblico

Pubblicato da il 11 Luglio 2019 0 Commenti

Abbiamo atteso tanto – due anni – la rimodulazione della Variante 23 per vedere arrivare in Consiglio la brutta copia dell’originale. Quella presentata (si fa per dire) ieri dall’assessore Segala taglia sì le aree commerciali, ma solo per compensarle in gran parte e nei punti meno opportuni della città, come la Terza e la Quinta Circoscrizione, con nuovo residenziale, direzionale, alberghiero, turistico-ricettivo senza alcun rapporto con i bisogni dei quartieri, che sono stati completamente esclusi dal confronto (Circoscrizioni non consultate), e senza alcuna visione di quella che dovrebbe essere la Verona del futuro.

Questa Variante è un’altra occasione persa perché aggrava gli errori di impostazione del Pat di Tosi e Giacino – di cui Sboarina e altri assessori del resto furono alleati dal 2007 al 2012 – che eliminò dal precedente Pat di Zanotto e Uboldi i concetti di città compatta, policentrica e verde in cui far crescere quartieri vivibili, ben serviti e fruibili a piedi o in bicicletta, e aprì le porte ad un paesaggio urbano indistinto e confuso con quartieri dormitorio male serviti e sommariamente collegati sul modello delle grandi metropoli.

Non siamo a gridare all’assalto al territorio, siamo a denunciare la pochezza e la pigrizia di una amministrazione che dopo tante promesse di rigenerazione urbana tratta l’urbanistica della città con i metodi spicci di una agenzia immobiliare e non con l’attenzione e la cura che ci si richiede ad un amministratore pubblico.

Lo dimostra anche la miseria delle opere compensative che riesce ad ottenere dagli accordi pubblico-privati: le cosiddette opere pubbliche compensative si risolvono sempre nell’intorno della scheda norma, una rotatoria, cento metri di pista ciclabile, cinquanta metri di marciapiede, che non apportano nulla al miglioramento alla qualità dei quartieri, anzi, caricano le amministrazioni future di compiti e costi ulteriori per rimettere mano a monconi di ciclabili, marciapiedi non completati, opere pubbliche mancanti come parchi, giardini, scuole, centri di aggregazione…

Ci chiediamo: ma che ci sta a fare un’amministrazione che non è in grado di difendere l’interesse pubblico nelle trattative con i privati? Parla di sostenibilità e mobilità e poi intasa di alberghi e superfici commerciali le principali aste di penetrazione alla città: Statale 11-Bresciana (4-5 alberghi), Via Unità d’Italia – Viale Venezia (4-5 aree commerciali); Viale della Nazioni-Viale del Lavoro (altri alberghi e superfici commerciali), Corso Milano (altro commerciale e residenziale); Via Preare-Strada della Valpolicella (nuovo commerciale).

Sul piano strettamente politico, l’amministrazione Sboarina tradisce l’ennesimo punto del suo programma elettorale in cui prometteva di marcare una discontinuità rispetto all’urbanistica dell’amministrazione precedente. Se voleva marcare una discontinuità avrebbe rimesso mano al Pat, come la legge le consente di fare fin dal 2017, e ci avrebbe illustrato la sua idea di città. Ma non ce l’ha.

Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani