FONDAZIONE ARENA Pd chiede Consiglio di indirizzo aperto Cresce la preoccupazione per il futuro dell’ente. Incontro con i sindacati

Pubblicato da il 18 Dicembre 2018 0 Commenti

 Parlamentari e consigliere regionale del Pd chiedono la convocazione di un Consiglio di indirizzo aperto di Fondazione Arena per comprendere quali azioni siano state fatte finora e cosa resta da fare per salvare l’ente. Questa mattina una delegazione del Partito democratico, con i deputati Diego Zardini, Alessia Rotta, il senatore Vincenzo D’Arienzo e la consigliera regionale Orietta Salemi, ha incontrato i sindacati dell’ente. Cresce infatti la preoccupazione per il futuro della Fondazione Arena, soprattutto per l’emendamento alla legge di bilancio presentato dal governo. Il provvedimento impone un interpretazione restrittiva della legge Bray e rischia di penalizzare in particolare la Fondazione Arena.

«Rispondiamo all’appello dei sindacati e alle preoccupazione per il futuro», spiegano gli esponenti democratici al termine dell’incontro. «Il piano di rilancio pensato dal commissario per adempiere alla legge Bray non sembra corrispondere alle aspettative create e pagate con i sacrifici dei lavoratori. A conti fatti il piano non va nella direzione giusta, tanto più che molti dei nodi storicamente aperti non sono stati risolti: i rapporti con la società Arena di Verona Srl che si occupa delle attività extra lirica, i rapporti con il museo Amo e in particolare la patrimonializzazione della Fondazione».

Con la legge Bray, lo Stato ha investito oltre 8 milioni di euro per il rilancio della Fondazione Arena.

«Nonostante l’apertura di credito da parte dei sindacati e dello Stato alla nuova gestione», riportano Alessia Rotta e Diego Zardini, «siamo nuovamente in una situazione molto difficile. Chiediamo di incontrare il presidente della Fondazione e un consiglio di indirizzo aperto con la partecipazione dei parlamentari e dei consiglieri regionali per capire cosa bisogna fare per garantire il futuro della Fondazione».

Purtroppo al momento, sottolineano D’Arienzo e Salemi, «l’attuale ministro non ha ancora incontrato i lavoratori nonostante le ripetute richieste di un confronto».