Un Sindaco ostaggio degli estremisti o di se stesso?

Pubblicato da il 27 Luglio 2018 0 Commenti

Dovendo affrontare ogni giorno il peso della responsabilità di governare una città complessa come Verona, sono convinto che al Sindaco Sboarina non facciano gioco né tanto meno piacere le uscite goffe e ideologiche di esponenti della maggioranza come quella di cui si è reso protagonista il consigliere Andrea Bacciga che ieri si è rivolto con il saluto romano ai cittadini che assistevano al Consiglio. Non solo perché uscite del genere screditano l’immagine della città a cui il Sindaco è chiamato a dare lustro, ma anche perché, è ormai dimostrato, tali atteggiamenti non vengono mai mediati o alternati da alcuna proposta concreta in favore della città e dei cittadini.
E’ pertanto assordante e anche un poco ingenuo il silenzio con cui il Sindaco si ostina a coprire le ormai troppe intemperanze e provocazioni della estrema destra veronese. Nell’ultimo anno a Verona i nostalgici del Ventennio hanno riguadagnato una visibilità politica che supera di gran lunga la loro consistenza numerica e questo a causa dell’agibilità e del senso di impunità che i vertici politici cittadini sono soliti assicurargli.
Per quanto politicamente debole e bisognoso dei voti di tutti, anche degli impresentabili, Sboarina deve chiarirsi le idee e capire se vuole essere il Sindaco di tutti i veronesi, condividendo con le opposizioni e con chi non la pensa come lui un orizzonte di rapporti democratici, oppure se vuole soltanto fare il capo di questo manipolo di tardivi arditi che se ne fregano della città e dei veronesi.

Luigi Ugoli, segretario cittadino Pd Verona