DAL MORO: AGRICOLTURA: BLOCCO RISO E I DAZI

Pubblicato da il 29 Giugno 2018 0 Commenti

Il Ministro dell’Agricoltura Centinaio appare motivato da buone intenzioni, per questo mi permetto un solo modesto consiglio: gli agricoltori si possono anche accontentare degli annunci ma poi vogliono i fatti e i fatti vanno raccontati bene per non creare illusioni.

Concordo con il Ministro dell’Agricoltura Centinaio nel considerare molto pericolosa per la nostra fragile economia la politica dei dazi e ho apprezzato la sua visione di difesa del Made in Italy.

E’ la nostra posizione da sempre, sostenuta in Europa da Paolo De Castro.

Certo che nel Governo Conte la confusione regna sovrana: il suo leader Salvini partecipando all’evento della Coldiretti a Torino, ha assicurato che fermerà le importazioni di riso asiatico a dazio zero, l’altro Vicepresidente del Consiglio Di Maio, ha dichiarato che i dazi non sono un tabù.

Ora il Ministro Centinaio afferma che Salvini e Di Maio sbagliano.

Tutto e il suo contrario.

E’ bene precisare che il riso italiano sta soffrendo per una concorrenza sleale che penalizza le nostre produzioni.

Secondo Coldiretti, la crisi è drammatica e mette a rischio il primato nazionale in Europa dove l’Italia è il primo produttore di riso con 1,50 milioni di tonnellate su un territorio coltivato da circa 4 mila aziende di 234.300 ettari.

Ma vediamo ora quali sono i fatti tutti documentati sul tema del riso indonesiano.

Il primo accordo sul Riso della Cambogia e altri prodotti importati da paesi extra UE è del 2009 (Governo LEGA – FI).

Il Governo Gentiloni ha chiesto e ottenuto a livello europeo il lancio di un’indagine tesa alla dimostrazione della dannosità delle importazioni di riso.

Alla sua conclusione, se positiva, Bruxelles potrà chiedere la clausola di salvaguardia per limitare gli ingressi e per aiutare gli agricoltori italiani.

Occorre purtroppo tener presente che il Myanmar e la Cambogia sono paesi EBA (everything but arms) ai quali non si applicano dazi o contingenti perché estremamente poveri.

Per completare il quadro informativo nel luglio del 2017 è stato approvato un decreto del Mipaf di concerto con il Mise concernente l’indicazione dell’origine in etichetta del riso (decreto del 26 luglio 2017 – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 17 agosto 2017) dove è previsto che in etichetta debba essere indicato il Paese di coltivazione, il Paese di lavorazione, e il Paese di confezionamento.

La trasparenza dell’etichetta è il primo pilastro per la salvaguardia del nostro Made in Italy.

Occorre lavorare su più fronti assicurando informazione trasparente al consumatore e contrasto alle scorrette importazioni.

Questo lo si ottiene presidiando i tavoli europei e stando sul merito in stretto collegamento con il Parlamento e con le organizzazioni agricole.

Su questa battaglia ci troverà sempre al suo fianco perché è stata la nostra battaglia di questi anni in Italia e in Europa.

Noi però come gli agricoltori non ci accontenteremo degli annunci che poi come abbiamo visto sono molto confusionari e per fine anno chiederemo al Ministro Centinaio di fare il punto e verificare quali risultati concreti avrà ottenuto in difesa del riso italiano.