D’Arienzo: non si governa con la paura delle scelte.

Pubblicato da il 29 Novembre 2017 0 Commenti

La legge sullo ius soli già approvata dalla Camera di Deputati, è stata tolta dal calendario dei lavori del Senato della Repubblica. In pratica, per il momento, non sarà discussa e, probabilmente, non lo sarà neanche nel prossimo futuro.
Circa un milione di figli di immigrati nati in Italia non potranno avere la cittadinanza e, quindi, i diritti conseguenti.
Diversi sono i fattori che hanno portato a questa decisione. La più rilevante è certamente quella che non ci sono i numeri sufficienti al Senato per approvarla. Questo è il dato tecnico, frutto, però, di una chiara evidenza politica: la diffusa contrarietà degli italiani rilevata dai sondaggi.
Su questo punto cruciale, serve la riflessione sulla rappresentanza, sulla forza del populismo, sulla paura di governare, sul rapporto percezione/realtà, sul rapporto eletti/elettori.
Per comodità parto dal nostro sistema costituzionale che certifica la democrazia indiretta, ovvero il popolo governa attraverso propri rappresentanti eletti a suffragio universale ogni cinque anni. Ciò comporta una delega conferita al momento del voto sui programmi di ciascun partito e, se le cose non vanno come desiderate, si può cambiare voto.
La concessione del diritto di cittadinanza era nel programma elettorale del PD, quindi?
L’accantonamento della legge rende chiaro che non è (più) così e che vi è un fattore preponderante ulteriore: la volontà popolare rilevata dai sondaggi.
Non dico che è un fatto negativo, ma è certamente un fatto nuovo che ha pro e contro. È noto che “il popolo” non ha tutti gli strumenti per valutare un fatto e che, per questo, può essere influenzata e non sempre positivamente.
È il nostro caso. I sondaggi dimostrerebbero una scarsa condivisione popolare, via la legge.
A favore c’è che si è sempre dalla parte del giusto elettoralmente perché si fa sempre quello che vuole il popolo. Contro, c’è il rischio che avanti così i valori e le prospettive sono subordinati all’umore e all’emotività generale del momento.
Siamo esattamente qui, i barconi in arrivo hanno demolito il diritto di chi è nato in Italia di essere cittadino a pieno titolo, come i loro amici italiani con i quali giocano e si accompagnano da quando sono nati.