Collettore del Garda, Rotta e Zardini: dal Governo 100 milioni per un’opera attesa da anni. Una promessa mantenuta

Pubblicato da il 28 Luglio 2017 0 Commenti

Questa mattina alla Camera Alessia Rotta e Diego Zardini hanno tenuto una conferenza stampa sul Collettore del Garda insieme ai parlamentari bresciani Gelmini 
e Galperti:

Oggi possiamo rivendicare con orgoglio il risultato raggiunto, dopo che dal ministro dell’Ambiente Galletti è arrivata la conferma dei 100 milioni per i quali ci siamo battuti. Possiamo rivendicare che il nostro Governo ha finalmente ascoltato questo territorio, decidendo di cofinanziare il progetto di costruzione del nuovo sistema di collettamento sul lago di Garda, per sostituire l’attuale, ormai obsoleto e inadatto.
Lo avevamo detto con l’approvazione del piano operativo del fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) che il Ministero ha elaborato nell’ambito della programmazione 2014/2020, approvato dalla Cabina di regia FSC dell’11 agosto 2016 e oggetto della delibera 25 del CIPE:  il Governo cofinanzierà un intervento di ottimizzazione della rete di collettamento reflui che passa sotto il lago e che versa in uno stato di degrado pericoloso per le perdite.

Le criticità del sistema sono note da tempo: innanzitutto non è più adeguato allo sviluppo demografico e urbanistico di un’area a forte vocazione turistica. Le condotte vecchie e degradate riportano frequenti lesioni in corrispondenza dei giunti che consente l’ingresso di acque parassite che ne aggrava sensibilmente il funzionamento.  Abbiamo sempre considerato questa come una priorità e, oltre alla faccia, ci abbiamo messo serietà e impegno, cercando sempre la condivisione d’intenti e lo sforzo congiunto di tutti i soggetti interessati, assumendo impegni e responsabilità, ognuno per la parte di competenza. Ma questo non è bastato a fermare attacchi e speculazioni da parte di forze politiche molto abituate a fare propaganda, ma meno a fare politica concretamente, entrando nel merito delle questioni con impegno e volontà di risolverle. I soldi del Governo per il lago non arriveranno, dicevano. I fatti li hanno smentiti.
Grazie al ministro Lotti che ha seguito in prima persona la vicenda e lo stanziamento delle risorse e al ministero dell’Ambiente che ha lavorato celermente producendo tutte le valutazioni del caso sotto l’aspetto tecnico al fine di predisporre un’istruttoria documentata e analitica anche sulla base di un valutazione costi-benefici, non mancando di sottolineare che tutte le norme in materia di servizio idrico integrato e di affidamento al gestore unico andranno rispettate e che si richiede anche alle Regioni interessate, Veneto e Lombardia, di fare quanto necessario per la loro competenza.
Quello che realizziamo per il Garda è un intervento senza precedenti destinato a preservare la più grande riserva d’acqua del Paese evitando pericolosi scenari di rischio ambientale, con ripercussioni che sarebbero disastrose. Un intervento che porterà benefici anche sotto l’aspetto dell’economia turistica, fonte primaria di reddito per il lago. I costi di realizzazione ammontano a 82 milioni di euro per la parte veneta e 120,5 milioni di euro per la parte bresciana. A questi andranno aggiunti altri 20 milioni per la separazione delle fognature della sponda veneta, per un costo complessivo di circa 220 milioni euro. Il contributo statale di 100 milioni, pari dunque circa la metà del costo totale del progetto, è volto a garantire che la realizzazione avvenga in tempi certi e a costi congrui. Bene anche la presenza all’ultimo tavolo tecnico della Regione Veneto (colpevolmente assente in altri incontri) attraverso l’assessore Bottacin e dei rappresentati dell’alto veronese, un segnale positivo per il percorso che ci aspetta: per portare avanti in tempi rapidi un finanziamento così importante e atteso ciascuno deve fare la propria parte.

Alessia Rotta e Diego Zardini