D’Arienzo: l’Italia salva le due banche venete

Pubblicato da il 28 Giugno 2017 0 Commenti

Tutta l’Italia e tutti i contribuenti italiani si sono fatti carico di salvare la Banca Popolare di Vicenza S.p.a. e Veneto Banca S.p.a. con una spesa che sarà di circa 5 miliardi ma che può arrivare fino a 17 miliardi di euro di soldi pubblici.
Una enormità.
Due banche nate dal territorio e sempre state a sostegno dell’economia del Veneto.
I due istituiti sono stati ridotti allo stremo a causa di politiche dissennate e sciagurate, in parte favorite dal sistema clientelare vicino e a volte figlio dei partiti che hanno sempre governato la Regione.
I contribuenti italiani hanno evitato i rischi di un fallimento disordinato che avrebbe danneggiato migliaia di correntisti incolpevoli, oltre ai danni già subiti dai soci, anch’essi senza alcuna responsabilità.
E’ stato giusto farlo e voterò a favore del provvedimento, ma nello stesso tempo è bene che tutti sappiano chi ha causato tutto questo.

Nel dettaglio è stata un’operazione complicatissima. In pratica tutte le parti del credito deteriorato ed inesigibile, pari ad un ammontare di circa 10 miliardi di euro, frutto di prestiti ed operazioni bancarie sbagliate verso soggetti, aziende e operazioni commerciali assolutamente fuori luogo per due piccoli istituti, a volte caldeggiate dagli “amici”, confluiranno un “bad bank”.

Le attività sane di BPVI e Veneto Banca, oggi in liquidazione, saranno poste in vendita/ integrate ad Intesa Sanpaolo alla quale lo Stato verserà i cinque miliardi necessari per accantonare capitale sufficiente per coprire perdite inattese e rimanere solvibili in situazione di crisi. In pratica, Intesa San Paolo assume le due banche venete e lo Stato copre i rischi dell’operazione con la capitalizzazione di banca Intesa.

Questo era l’unico modo per proteggere i depositi, i correntisti e gli obbligazionisti senior. Per i titolari di obbligazioni subordinate sarà previsto un ristoro dell’80% da parte dello Stato, con la quota restante che dovrebbe essere a carico di Intesa.

Con il decreto delle banche venete, vengono messi in sicurezza 50 miliardi di risparmi e tutelati 2 milioni di clienti, incluse 200 mila imprese. Basta questa semplice ragione per considerare l’aiuto di Stato necessario ad evitare turbolenze economiche nel Veneto.

In pratica, i soliti noti hanno distrutto il tessuto bancario del Veneto e lo Stato, tutti gli italiani, intervengono per tutelarlo.