Turismo, il nostro petrolio sprecato

Pubblicato da il 27 Febbraio 2017 0 Commenti

La rivalutazione del centro storico passa anche e soprattutto da una adeguata valorizzazione delle risorse turistiche. E’ ovvio, infatti, che se abbiamo solo turismo mordi e fuggi prolifereranno soltanto le bancarelle di calamite e di grembiuli da cucina. Aumentare la qualità del turismo non significa necessariamente rinunciare ai grandi numeri, ma costruire attorno ai flussi di visitatori che oggi girano la città senza vederla veramente, dei percorsi e una proposta coerenti, portando il turismo anche oltre l’ansa dell’Adige. In questo compito oggi ci vengono in aiuto piattaforme digitali d’avanguardia, che abbiamo presentato in un incontro ad hoc ospitando gli inventori. Perché il turismo o si governa o si subisce.

Non si contano le Commissioni consiliari che come gruppo abbiamo convocato sull’argomento, ma questa maggioranza si è dimostrata impermeabile a qualsiasi idea: tra le grandi occasioni mancate vale la pena di ricordare la proposta di costituire all’ex macello una cittadella dei servizi al turista in grado di orientare i visitatori anche oltre le solite e arcinote attrattive, perché divulgare l’arte e la storia della nostra città è anche un nostro dovere educativo.

Sulla mancata valorizzazione del centro storico, che ormai si è trasformato in una sorta di mercato ambulante, pesa inoltre l’assenza di una politica culturale, diretta conseguenza della mancanza di un vero assessore alla cultura. Problemi di personale, di fondi, di coordinamento pesano come un macigno sulle pur belle iniziative che faticosamente gli addetti ai lavori riescono ad offrire. Una città turistica come Verona non può permettersi di delegare ad altri soggetti istituzionali la gestione di queste risorse, se no passano da essere fonte di ricchezza a fonte di degrado.

Se poi lo stallo riguarda anche la mobilità, con un filobus bloccato, i parcheggi scambiatori che non partono, le pedonalizzazioni ferme allo stato embrionale, è ovvio che anche la Ztl finisca per apparire una sorta di cattedrale nel deserto, un oggetto estraneo e invadente che non dà nessun valore aggiunto alla città e che finisce per pesare sui quartieri limitrofi.

Elisa La Paglia, consigliere comunale Pd